Reclus Malaguti
Di famiglia contadina, a 14 anni aveva cominciato a lavorare come bracciante nel Reggiano, dove i suoi si erano trasferiti dal Modenese. Dopo il servizio militare, il giovane, nel 1929, era entrato a far parte dell'organizzazione comunista clandestina di Bagnolo in Piano (RE). Nel marzo del 1931, dopo aver partecipato ad una manifestazione antifascista a Reggio Emilia, Reclus Malaguti fu arrestato. Alcuni mesi di prigione e poi due anni di domicilio coatto in Sardegna. Nel maggio del 1933 nuovo arresto e la condanna a cinque anni di confino all'isola di Ponza. La partecipazione ad una manifestazione di confinati, che protestavano per le restrizioni alle quali erano sottoposti, costerà a Malaguti altri dieci mesi di carcere. L'armistizio vede il giovane antifascista tra gli organizzatori della lotta armata nel Reggiano sino a che, il 26 febbraio 1944, egli non cade nelle mani dei nazifascisti. Doveva essere fucilato con altri patrioti, ma riuscì fortunosamente ad evadere dal carcere di Reggio e a tornare tra i partigiani. Commissario politico della 144ª Brigata Garibaldi, nel novembre del 1944 Malaguti diventa commissario (col nome di copertura di "Benassi"), della quarta Brigata "Gino Menconi bis" della Divisione Lunense, operante in Apuania al comando di Almo Bertolini ("Oriol"). Mentre Reclus Malaguti si batte sull'Appennino toscano, il padre Primo (che, nonostante avesse 66 anni, militava col nome di "Zucow" nella 78ª SAP) è fucilato dalle Brigate nere, con altri nove patrioti, a ridosso del "torrazzo", nella piazza di Bagnolo in Piano. Alla Liberazione, "Benassi" apprenderà che anche il fratello, Posacchio, è caduto combattendo contro i nazifascisti. Reclus Malaguti, che per quasi un quarto di secolo ha diretto la Camera del Lavoro di Bagnolo in Piano, ha pubblicato, nel 1970, un interessante libro dal titolo Non dimenticare. È del 1973 il suo Lo scontro di classe, edito da "La Pietra".