Don Concezio Chiaretti
Era stato cappellano del 39° Battaglione Alpini e, dopo l'8 settembre 1943, aveva preso parte alla Guerra di liberazione nelle file della resistenza. A Leonessa presiedeva il locale CLN ed era partigiano nella Brigata Garibaldi "Gramsci". Fu catturato nel corso del rastrellamento che i nazifascisti effettuarono nella zona dal 1° al 7 aprile '44. La caccia ai patrioti si concluse con quella che viene ricordata come la strage di Leonessa. A guidare i soldati tedeschi nella ricerca, casa per casa, delle persone da eliminare fu una donna, Rosina Cesaretti, una fanatica fascista, che non si fermò nemmeno davanti a un suo fratello, mutilato, che fu eliminato. La stessa sorte sarebbe toccata alla cognata, incinta, che si salvò per l'intervento di un ufficiale delle SS, disgustato dalla ferocia della Cesaretti. Don Concezio fu fucilato con altri 22 patrioti sullo sperone del Monte Tilia. Oltre cinquanta furono le vittime della strage, i cui nomi, dopo la Liberazione, sono stati incisi su un cippo eretto a ricordo. Il 4 novembre 1996, a Leonessa, è stato inaugurato un busto bronzeo del sacerdote partigiano.