Eraldo Soncini
Già nel 1924 l'operaio socialista aveva dovuto subire l'arresto e le aggressioni dei fascisti, che l'avevano duramente malmenato. Ciò non gli aveva fatto cambiare idea e, alla Pirelli Bicocca, dove lavorava, aveva continuato nella propaganda clandestina contro il regime. Dopo l'armistizio, Soncini era entrato a far parte della 107ma Brigata SAP, organizzata dal suo amico Libero Temolo, e quando questi fu arrestato, ne proseguì l'opera. Tre mesi più tardi anche Soncini cadde nelle mani delle SS. Incarcerato a Monza, senza un'accusa precisa, rivide il compagno di lavoro e di lotta proprio a San Vittore, dove fu trasferito pochi giorni prima dell'eccidio di piazzale Loreto. Con Temolo e con gli altri tredici martiri, l'operaio della Pirelli fu portato nel piazzale alle prime luci del giorno; con l'amico tentò un'inutile fuga. Temolo fu abbattuto subito sul posto; Soncini riuscì ad arrivare nel portone di via Palestrina 9, ma fu raggiunto dai fascisti e trucidato nel sottoscala della casa, per essere poi trascinato nel mucchio degli altri cadaveri. Oltre che sul monumento di piazzale Loreto, Soncini è ricordato, con queste parole, nel cortile dello stabile dove è stato ucciso: "Qui cadde/ assassinato da vile mano fascista/ il compagno Eraldo Soncini/ per la grandezza della libertà d'Italia/ spenta la voce/ più grande/ il suo ideale".