Bambina Villa
Nata in una famiglia antifascista, iniziò a lavorare all'età di 11 anni al "Linificio-Canapificio" di Vimercate e poi alla succursale "La moda" di San Maurizio. È qui che Bambina comincia la sua attività sindacale, entrando a far parte della commissione interna. Nel 1943-44 collabora all'organizzazione degli scioperi generali e alla mobilitazione degli operai nelle fabbriche della zona. Durante la Resistenza entra a far parte, come staffetta, della 103a Brigata Garibaldi di Vimercate. Ha cambiato il proprio nome in quello di Rossana e si incontra a Milano con un'altra staffetta, per ricevere gli ordini e la stampa dal comando della Brigata. "Rossana" distribuisce materiale di propaganda, cibo, vestiti e medicine ai patrioti in città e in montagna. Segue anche un corso da infermiera (all'Ospedale di Milano e poi in quello di Vimercate), grazie al quale potrà curare i compagni feriti. L'8 marzo del 1945 è tra le donne che portarono sulle tombe dei compagni, uccisi al campo di aviazione di Arcore, mazzi di mimose e uno striscione recante la scritta "I gruppi di difesa della donna ricordano i loro martiri". Finita la guerra, Bambina Villa ha continuato a lavorare al Linificio e a organizzare i lavoratori, perché, come diceva lei, "la Costituzione era stata fatta, ma bisognava che i datori di lavoro la mettessero in pratica". Anche a Torino, dove si trasferì per molti anni, continuò la sua attività politico-sindacale in difesa dei diritti delle donne e dei lavoratori. Sino alla scomparsa ha fatto parte del direttivo dell'ANPI di Monza e, per anni, malgrado la non lieve età, ha raccontato con entusiasmo la sua storia nelle scuole.
e. m.