Alessandro Brusasco
È stato il primo caduto della Resistenza nel capoluogo piemontese, dove si era trasferito, per lavoro, dall'Astigiano. Il ragazzo, dopo lo sbandamento dell'Esercito seguito all'armistizio, era riuscito a rifornirsi di armi ed esplosivi presso la caserma Cavalli. Non era collegato a nessuna formazione partigiana e la notte del 22 settembre, con un amico, decise di iniziare la sua battaglia contro i tedeschi. I due giovani, dalla finestra al quarto piano della casa che Brusasco abitava in via Nizza, lanciarono alcune bombe contro le pattuglie naziste di guardia alla stazione ferroviaria di Porta Nuova. Ne seguirono violente sparatorie contro le case prossime alla stazione, che si ripeterono la notte successiva, sino a che i tedeschi non riuscirono ad individuare l'autore dell'attacco. Brusasco, arrestato e duramente interrogato, finse di collaborare e si fece riaccompagnare a casa dai soldati. Giunto su un pianerottolo, si liberò con uno strattone dalle guardie e si lanciò nel vuoto, per non compromettere l'amico che l'aveva coadiuvato nell'azione di due sere prima. Sulla casa di via Nizza, il Comune di Torino ha fatto collocare una lapide che ricorda il sacrificio del ragazzo.