Corrado Masetti
Chiamato alle armi nel 1936, Masetti combatté con i fascisti in Spagna e, quando l'Italia si affiancò alla Germania nella Seconda guerra mondiale, prese parte all'invasione della Jugoslavia rimanendo ferito in Slovenia. Soltanto dopo l'8 settembre 1943 l'operaio bolognese, presa coscienza della situazione, maturò la sua fede democratica. Passato all'antifascismo militante, Corrado Masetti si unì alle prime formazioni partigiane. Conosciuto con il nome di battaglia di "Bolero", ebbe presto, per il coraggio dimostrato nei primi scontri con i nazifascisti e per l'esperienza militare che aveva maturato, il comando di un Battaglione partigiano. Dopo i combattimenti di Montefiorino, al Passo della Gotta e al Passo delle Forbici, "Bolero" divenne comandante di una Brigata Garibaldi. La sera del 30 ottobre, Corrado Masetti si accingeva a raggiungere Bologna con una ventina di uomini. In attesa della notte, si era fermato, prima di passare il Reno, in un capanno di Casteldebole. Traditi, gli uomini di "Bolero" (si hanno i nomi del suo vice, un ufficiale sovietico conosciuto come Karaton, del commissario politico Monaldo Calari, e dei patrioti Gino Adami, Afro Fiorini, Enrico Franceschini, Vincenzo Gamberini, Giuseppe Magagnoli, Marino Migliori, Giordano Pirini, Ubaldo Poli, Wolfranco Seghi, Franco Venturini) furono sorpresi da un reparto di paracadutisti tedeschi comandati, a quanto se ne sa, dallo stesso maggiore Walter Reder, reduce dalla strage compiuta a Marzabotto. I partigiani respinsero l'intimazione di resa e per tre ore tennero testa ai tedeschi, finché non caddero ad uno ad uno. Non soddisfatti, i nazisti uccisero poi altri quindici civili trovati nella zona. Dopo questo episodio, una Brigata partigiana continuò la lotta sino alla Liberazione, assumendo il nome di Brigata "Bolero". Alla memoria di Masetti è stata poi decretata la Medaglia d'Oro al Valor Militare. A Bologna gli è stata intitolata una via.