Francesco Versari
Abitava a Monteguidi, una frazione di Bagno di Romagna, e nel gennaio del '44 era entrato nella Resistenza, partigiano combattente della 8a Brigata Garibaldi. Il giorno d'inizio del grande rastrellamento d'aprile, si schierò sul crinale di Biserno, vicino alla "croce" a 670 metri di quota, per contrastare i tedeschi che dalla strada bidentina intendevano conquistare i crinali dove erano attestati i partigiani.
Alle 9, mentre Versari dirigeva i suoi colpi sul nemico, una colonna tedesca attraversava il Bidente al Molino per raggiungere "la croce". Il fuoco dei partigiani la costringeva a fermarsi e a disperdersi. Ma una colonna, non vista, partita da Cafarno e guidata da un collaborazionista del luogo, giungeva sul fianco della postazione partigiana. Dalla posizione ravvicinata, i tedeschi poterono dare maggiore precisione al tiro dei mortai e delle mitragliatrici.
Raggiunto da una raffica in pieno petto, Francesco Versari cadeva sul crinale di Biserno. Per otto giorni il suo cadavere rimase insepolto. Mani pietose stesero un telo sul suo corpo, dopo che cani randagi lo avevano addentato.