Giorgio Davito
Giorgio aveva appena quindici anni quando, subito dopo l'armistizio, si era aggregato ad una delle bande partigiane che si sarebbero poi organizzate nelle formazioni "Matteotti". Il ragazzino, già durante le prime azioni nelle quali ebbe a partecipare, dimostrò di possedere un coraggio non comune, ma il massimo della temerarietà Giorgio la dimostrò quando, in uno scontro con i tedeschi, riuscì, benché ferito, a far battere in ritirata, a colpi di bombe a mano, un'autoblinda nazista. La generosità del ragazzo gli costò la vita: in un successivo combattimento, si fece uccidere per salvare il suo comandante. Il nome di "Giorgio Davito" fu poi assunto da una Divisione partigiana, che diede centoventi caduti alla guerra di liberazione.