Andrea Scano
Era accorso volontario nelle Brigate internazionali in Spagna e lì, durante la lotta contro Franco, aveva aderito al Partito comunista italiano. Scano, che era stato nominato commissario di battaglione, quando i combattenti antifranchisti dovettero lasciare la Spagna finì nei campi d'internamento francesi.
Vi restò dal 1939 al 1941, allorché fu consegnato alle autorità fasciste italiane, che lo confinarono subito a Ventotene. Riacquistata la libertà con la caduta di Mussolini, Andrea Scano fu, dopo l'8 settembre 1943, tra gli organizzatori della lotta armata a Genova. Commissario politico - con il nome di copertura di Elio - delle prime formazioni GAP attive nel capoluogo ligure, Scano passò successivamente tra i partigiani dell'Alessandrino, organizzandovi con Giacomo Buranello e Walter Fillak il 2° Distaccamento della 3a Brigata Garibaldi "Liguria".
Nel febbraio del 1944 Scano fu gravemente ferito in uno scontro con i nazifascisti, ma pochi mesi dopo, riprese la lotta come commissario politico della 108a Brigata Garibaldi "Paolo Rossi", che operò sino all'aprile del 1945 nella zona di Castelnuovo Scrivia. Nel dopoguerra lavorò nell'apparato del PCI e per un certo tempo fu attivo anche in Sardegna. Un periodo drammatico per Scano fu quello della contrapposizione tra la Jugoslavia di Tito - dove era espatriato clandestinamente per sottrarsi all'arresto per detenzione di armi - e l'Unione Sovietica di Stalin.
Internato dai "titini" a Goli Otok, all'isola Calva, ne fu liberato molto malato per i maltrattamenti subiti. A poco servì un suo successivo soggiorno, negli anni '70, in un "sanatorium" dell'Unione Sovietica. Tornato in Piemonte, Scano partecipò alla vita politica e sociale di Novi Ligure entrando a far parte del Consiglio comunale e della Giunta municipale.