Manfredi Azzarita
Dopo l'8 settembre 1943 fu, tra i militari, uno dei più attivi animatori della Resistenza romana. Collegato al Comando della V Armata americana, allacciò contatti con altre organizzazioni antifasciste clandestine nella Capitale e col "governo del Sud", stabilendo un efficiente servizio di informazioni. In seguito ad un'informazione, strappata dai tedeschi a un prigioniero sottoposto a sevizie, Manfredi Azzarita fu arrestato, una settimana prima della strage delle Ardeatine, dalle SS. Nonostante le torture, l'ufficiale non parlò e fu messo a morte con altri 334 Martiri.
La MdO alla memoria gli è stata concessa con questa motivazione: "Fu valoroso combattente sui fronti di guerra, apprezzato ufficiale presso lo S.M.R.E. ove gli vennero affidati incarichi di particolare fiducia, fra cui quello presso il generale inglese Carton de Wiart durante i preliminari delle trattative di armistizio. Insofferente dell'occupazione tedesca, dopo l'8 settembre '43 si prodigò in Roma e dintorni per organizzare gruppi e movimenti armati clandestini, dimostrando fermezza di propositi, decisione e carattere adamantino. Arrestato dalle SS germaniche fu tradotto e imprigionato nelle celle di via Tasso, ove venne atrocemente seviziato. Non rivelò nessun segreto dell'organizzazione militare cui apparteneva e si addossò fieramente ogni responsabilità. Trucidato barbaramente alle Fosse Ardeatine, trovò gloriosa morte, suggellando il suo amore e la sua fede per la Patria".
A Manfredi Azzarita sono state intitolate piazze e strade a Bologna e a Roma. Nella Capitale, porta il suo nome un Liceo scientifico statale che, nel 2003, ha ospitato la mostra "Idee e passioni del 900" sui fratelli Venegoni. Anche una scuola di Bari, dove il padre di Azzarita aveva diretto un quotidiano locale, è stata intitolata al valoroso ufficiale.