Davide Lajolo
"Ulisse", con questo suo nome di battaglia Lajolo avrebbe firmato dopo la Liberazione molta della sua produzione giornalistica, era cresciuto durante il regime. Così era stato fascista, era stato "legionario" nella guerra di Spagna, per quasi undici anni era stato ufficiale di fanteria nel regio esercito, ma l'8 settembre 1943 seppe "scegliere la strada della libertà". Subito dopo l'armistizio, Lajolo raggiunge le formazioni partigiane nelle sue Langhe e presto diventa comandante del Raggruppamento comprendente l'8a e la 9a Divisione Garibaldi del Basso Monferrato. Conclude la lotta partigiana come vice comandante di zona del CVL del Monferrato e subito si dedica all'attività di giornalista e riprende quella di scrittore. Capo Redattore dell'edizione torinese dell'Unità, diventa poi direttore dell'edizione milanese del giornale, dove rimane sino al 1958, quando è eletto deputato per il Partito comunista. È rieletto parlamentare nel 1963 e nel 1968 e ricopre le cariche di questore della Camera e di vicepresidente della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai. Membro del Comitato centrale del PCI fino al XIV Congresso, è stato anche direttore del settimanale Giorni-Vie Nuove. Davide Lajolo ha pubblicato molti saggi e libri di narrativa e di poesia, tra i quali meritano citazione almeno Classe 1912, sul travaglio politico culturale di una generazione, l'autobiografia Il voltagabbana, Il vizio assurdo sulla amicizia con Cesare Pavese. "Ulisse" è sepolto a Vinchio d'Asti. Nella casa di famiglia ha sede un attivo Centro culturale a lui dedicato.