Libero Tubino
È stato uno dei primi martiri della guerra di Liberazione nazionale. Libero Tubino cadde, infatti, sulle colline di Gassino combattendo, con i primi gruppi partigiani, contro una formazione di SS costituita da fascisti italiani. Prima di allontanarsi da San Raffaele Cimena (TO), dove abitava con la famiglia, e di assumere il comando del gruppo di patrioti attivi nella 7a Brigata "Martino" del IV Settore SAP, Tubino, subito dopo l'8 settembre 1943, aveva ideato un programma politico che aveva definito "Universalista". Il ragazzo si riprometteva la costituzione di un'associazione tra studenti che raccogliesse tutte le forze giovanili impegnate per un'Italia repubblicana, da inserire in una Federazione europea, primo passo per una Unione universale degli Stati. Così il giovane studente si esprimeva nel programma degli "universalisti": "èIl mondo è stanco delle guerre, il mondo vuole la pace, troppo è il dolore che ci circonda. La Rivoluzione che noi abbiamo iniziato deve porsi delle precise mete da conseguire; dobbiamo creare una Repubblica Italiana che farà il punto per il quale arriveremo ad una Confederazione Europea, possibilmente mondiale. Compagni di tutto il mondo, Uomini e Donne di tutti i Paesi, di tutte le razze, abolite i confini! Posate le armi, tornate alle vostre case! La pace non può, non deve essere fuori di voi. Creature dei cinque Continenti unitevi! L'esperienza di 3.000 anni ci insegna che vinti e vincitori sono schiavi del dolore e della miseria. A che pro la guerra?". A Torino una lapide, fatta apporre dal Movimento Universalistico italiano, ricorda Libero Tubino in via Santa Teresa angolo via Roma, sul luogo dove, prima delle ristrutturazioni degli anni Trenta, sorgeva lo stabile dove abitava lo studente che ha sacrificato la vita per la libertà.