Giuseppe Celani
Di aristocratica famiglia romana, in gioventù Celani era stato uno sportivo, conosciuto soprattutto in campo automobilistico. Dopo il 25 luglio 1943, aveva aderito al Partito Democratico del Lavoro di ispirazione massonica. Durante l'occupazione tedesca, avvalendosi della sua posizione nei Servizi annonari, ebbe la possibilità di fornire lasciapassare falsi, di assicurare ai patrioti l'approvvigionamento di derrate alimentari, di mantenere piuttosto facilmente (essendo autorizzato a circolare in motocicletta), i collegamenti tra i vari gruppi della Resistenza, di provvedere alla diffusione di fogli clandestini. Arrestato nel suo ufficio, su delazione, nel pomeriggio del 26 gennaio del '44 dalle SS italiane, Celani fu rinchiuso in via Tasso, nella cella numero 6. Sottoposto a torture di ogni genere (alle quali rispose col silenzio, ma per le quali risultò minato nel fisico, tanto che la sorella che si era recata a trovarlo stentò a riconoscerlo), un mese dopo l'arresto Celani fu trasferito a Regina Coeli. Sperava di cavarsela con una lieve condanna, non essendo stato provato nulla a suo carico. Ma il 24 marzo fu prelevato dai tedeschi ed eliminato alle Fosse Ardeatine. A Giuseppe Celani, a Roma, hanno intitolato una via; il suo nome è ricordato anche da un piccolo monumento in piazza Scanderbeg e presso la palazzina-uffici agli ex-Mercati Generali.