Otello Putinati
Cominciò a lavorare, giovanissimo, da pastaio. Chiamato alle armi durante la guerra 1915-18, fu ferito in combattimento. Nel dopoguerra, Putinati s'impegnò nell'attività politica e nel 1921 fu tra i primi dirigenti della Federazione comunista, incaricato di curare il lavoro giovanile. Dopo l'avvento del fascismo divenne segretario della Federazione e passò alla lotta clandestina. Nell'ottobre del 1927, dopo la promulgazione delle "Leggi eccezionali", il primo arresto con altri comunisti ferraresi e bolognesi e la prima sentenza del Tribunale speciale che, il 19 febbraio 1929, lo condannò a 2 anni di reclusione. Scontata la pena Putinati tentò un collegamento con il Centro estero del suo partito a Parigi, ma fu di nuovo arrestato e processato. Questa volta la condanna fu a 4 anni di carcere, non tutti scontati per l'amnistia del decennale. Nel 1933 nuovo arresto e terza condanna: 16 anni di reclusione. Rinchiuso nel carcere di Pianosa, l'indomito comunista vi restò 6 anni e quando uscì e tornò nella sua città, fu sottoposto a continua sorveglianza e a frequenti arresti. Anche durante i quarantacinque giorni del Governo Badoglio la polizia non lo perdette di vista, ma lui (in condizioni di semiclandestinità), continuò il lavoro di organizzazione della struttura comunista ferrarese. Il giorno dopo l'annuncio dell'armistizio, Putinati guidò l'imponente manifestazione popolare che si svolse a Ferrara per la pace e contro l'occupazione tedesca. Per ragioni di sicurezza il PCI lo inviò ad operare nel Modenese e nel Reggiano, ma agli inizi del 1945 ecco di nuovo Putinati a Bondeno dove diresse quel CLN e dove fu tra i promotori della manifestazione contro la guerra che si svolse nella piazza antistante quel Municipio. Dopo aver preparato l'insurrezione di Reggio Emilia, a Putinati toccò, dopo la Liberazione di Ferrara, l'incarico di segretario della Camera del Lavoro di quella provincia. Nel 1946, eccolo consigliere al Comune di Ferrara e, nelle elezioni del 1948 per il primo Parlamento repubblicano, eccolo senatore eletto nelle liste del Fronte democratico popolare. Nel 1949, Otello Putinati fu nominato segretario della Federazione lavoratori edili della CGIL e nell'ottobre successivo diresse di nuovo, sino a che non morì prematuramente, la CdL di Ferrara. La sua città natale gli ha dedicato una strada. Portano il suo nome una Polisportiva ferrarese e anche un classico Trofeo di bocce, intitolato "Senatore Otello Putinati". Sul muro della casa che Putinati abitò nel popolare Borgo ferrarese di San Luca, c'è una lapide con questa epigrafe: "Cittadino ricorda/ che il fascismo non è caduto da solo/ che da solo non sorgerà un mondo migliore. / Per questo/ Otello Putinati/ poco dimorò/ nella povera esistenza di questa casa/ ove pure lo chiamava l'affetto dei suoi cari/ ma fuori, nelle lotte/ con gli umili, con gli operai, con gli oppressi/ visse indomito fra l'uno e l'altro carcere/ fino alla morte."