Luigi Alberto Broglio
Cresciuto in una famiglia di ideali risorgimentali, frequentò le organizzazioni giovanili cattoliche e si distinse nella FUCI. Dopo l'8 settembre 1943 si portò in Appennino e coadiuvò validamente Emilio Canzi nella costituzione e l'ordinamento dei primi reparti partigiani. Poi, insieme ad un capitano inglese, ex prigioniero, raggiunse Termoli, fermandosi a combattere sul fronte della 5° Armata alleata. Accettò, grazie anche alle sue ottime conoscenze della lingua inglese, di entrare nel Servizio Informazioni Militari del Comando dell'armata alleata e, come ufficiale di collegamento, fu inviato oltre le linee in varie missioni. Nel maggio 1944 sbarcò da un sottomarino inglese nei pressi di La Spezia, con l'incarico di agire da tramite tra i partigiani della Liguria orientale e l'8° armata inglese: fu tradito e consegnato al comando SS di Genova, dove venne interrogato brutalmente. Fu incarcerato a Marassi e quindi trasferito a Fossoli, dove ricevette il numero di matricola del campo, 1.474; il che fa datare il suo arrivo a fine maggio/primi giugno. Il suo corpo, contrassegnato all'esumazione col numero 63, fu riconosciuto dal padre; riposa ora nel Famedio dei Caduti del cimitero di Piacenza, città che gli ha pure dedicato una via. Broglio è anche ricordato nella lapide che l'Università di Parma ha dedicato ai Caduti nella guerra 1940-1945. Aveva ottenuto, nel 1947, il certificato di benemerenza alla memoria firmato dal generale Alexander e, nel 1978, la Medaglia d’argento al valor militare alla memoria decretata dal Presidente Pertini.
(o.b.m.)