Benedetto Dionigi
Lavorava alle officine Caproni e militava nella 126ma Brigata Garibaldi. Durante gli scioperi del marzo 1944 era stato arrestato. Deportato a Mauthausen, Benedetto Dionigi fu eliminato dai tedeschi subito dopo l’arrivo nel Lager.
Nella casa di via Abbiati 1, dove abitava a Milano, una lapide ne ricorda il sacrificio, accomunandolo a quello dei coinquilini Pietro Mussini, caduto in combattimento a Cambiago (MI) il 26 aprile 1945, ed Ezio Pirovano, (diciottenne partigiano, col nome di battaglia di “Paracqua”, della VI Divisione “Giustizia e Libertà”), fucilato dalle SS tedesche il 10 marzo 1945 in Val di Susa a Bussoleno (TO).
Sulla lapide, collocata dall’ANPI nel 1994, si legge: “la barbarie nazifascista spense la loro vita non la loro fede”.