Rita Montagnana
A 13 anni faceva già l’apprendista in una sartoria e nel 1915 aveva aderito al PSI, impegnandosi con le donne socialiste di Borgo San Paolo. La rivolta dei torinesi contro la guerra la vide, nel 1917, tra i protagonisti così come fu in primo piano alla Fiat, dove era allora impiegata, quando nel 1920 vi fu la occupazione delle fabbriche..
Aderente, come il fratello Mario, al gruppo dell”Ordine Nuovo”, nel 1921 la Montagnana entrò nelle file comuniste e lo stesso anno partecipò a Mosca ai lavori dell’Internazionale. Al ritorno in Italia, chiamata a Roma dal suo partito, diresse il quindicinale “La compagna” e quando la redazione di quel foglio passò a Torino ne condivise la direzione con Camilla Ravera e Rina Piccolato (per l'anagrafe Caterina).
Tornata a Roma presso la Direzione, nel 1924 si unì a Palmiro Togliatti, in un matrimonio che sarebbe durato sino al 1947.
Cominciati gli anni dell’emigrazione, Rita Montagnana passò dall’Unione Sovietica alla Svizzera, di qui alla Francia, tornò clandestinamente in Italia, passò in Spagna durante la guerra civile, tornò a Mosca per restarvi sino all’aprile del 1944, quando poté tornare a Napoli e riprendervi il lavoro di partito. Quando, anche per sua iniziativa, nel settembre del 1944 nacque l’Unione Donne Italiane, la moglie di Togliatti ne divenne una delle dirigenti.
Questa, in estrema sintesi, la sua carriera politica: membro del CC del PCI dal 1945 al 1956, membro della Commissione di controllo, deputata alla Costituente, senatrice, delegata italiana al XIX e XX Congresso del PCUS.