Giuseppe Anselmi
In una lettera che riuscì a far giungere ai figli e ai familiari, prima di essere fucilato con i patrioti Armando Denza e Luigi Novella, Anselmi scrisse: "Sapete che sono innocente e solo vittima di una montatura preparata da un uomo indegno. Potete quindi alzare la testa più di prima". La testa alta Giuseppe Anselmi l'aveva tenuta tutta la vita. Socialista dal 1905, passato con i comunisti nel 1921, aveva subito le persecuzioni dei fascisti durante tutto il ventennio, senza mai rinunciare alle sue idee. Dopo l'8 settembre del 1943, "Pippo", così lo chiamavano tutti, fu tra gli organizzatori della resistenza nell'Imperiese. Membro del CLN di San Remo, Anselmi diede vita alle prime bande partigiane della zona. Nonostante la non più giovane età, "Pippo" divenne il comandante di una formazione che vide cadere, in un anno di scontri con i nazifascisti, il settanta per cento dei suoi effettivi. Catturato nell'agosto del 1944 in seguito a delazione, Anselmi fu incarcerato e a lungo torturato dai suoi aguzzini, che decisero di eliminarlo con altri due patrioti quando, tre mesi dopo, due militi furono abbattuti dai partigiani nell'Imperiese. A Giuseppe Anselmi è intitolata una calata del porto d'Imperia.