Riccardo Banderali
Risiedeva con la famiglia a Genova, in via Trento, quando fu chiamato alle armi. Conseguito il grado di sottotenente, era stato inviato a Bolzano, dove era stanziato il 4° Reggimento artiglieria. Il giovane ufficiale era poi stato trasferito a Nettuno, presso il 602° Gruppo semoventi. Di qui, dopo l'armistizio, Banderali aveva raggiunto l'Appennino ligure, unendosi alle prime formazioni partigiane. Poi, nel gennaio del 1944, era entrato nell'organizzazione "Franchi". Catturato dalle SS pochi giorni prima della Liberazione, il giovane fu condannato a morte e fucilato. A Genova gli hanno dedicato una via.
La motivazione della massima ricompensa al valor militare alla memoria dice: "Animo nobile, generoso, amante della libertà, abbracciava fra i primi la causa dei partigiani. Prendeva contatto con varie organizzazioni clandestine collaborando con esse con passione, indomito coraggio e incrollabile fede. Continuava il suo lavoro con supremo sprezzo del pericolo anche quando, attivamente ricercato dal nemico, maggiori erano le difficoltà. Con sublime eroismo salvava da sicura morte numerosi patrioti e, con essi, organizzazioni clandestine di rilevante importanza. Arrestato dal nemico, affrontava la immediata condanna a morte con la fermezza dei forti, chiudendo così la sua nobile, giovane esistenza, tutta dedicata alla libertà e alla grandezza della Patria".