Carlo e Guerino Besana
Il 25 aprile 2005, all’imboccatura di una grotta in Val Biondino - per iniziativa dei Comuni di Barzanò e di Introbio e della Provincia di Lecco, in occasione del sessantesimo della Liberazione - è stata apposta una targa in ricordo dei fratelli Besana.
In quella grotta, nel pomeriggio del 10 ottobre 1944, Guerino Besana (gravemente ferito durante un rastrellamento), era giunto, allo stremo delle forze, per avvisare i partigiani della sua formazione dell’imminente arrivo dei nazifascisti.
Aveva così dato la possibilità ai compagni di mettersi in salvo. Ma non si era messo in salvo Carlo Besana, che sorpreso dai fascisti mentre teneva tra le braccia il fratello morente, fu legato, trasportato ad Introbio, seviziato, condannato a morte e fucilato, a ridosso del cimitero, con i partigiani Benedetto Bocchiola, Carlo Cendali, Francesco Guarniero, Andrea Ronchi e Benito Rubini catturati nel rastrellamento. Dei due fratelli Besana - i cui funerali solenni a Barzanò videro, il 10 maggio 1945, la partecipazione corale degli abitanti della Valsassina - è ancora vivissimo il ricordo nella Valle e tra i pochi sopravvissuti della 55a Brigata “Fratelli Rosselli” che, con Guerino e Carlo Besana, combatterono per la libertà.
Di Carlo Besana, nel libro edito da Einaudi Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, è riportato un breve messaggio alla madre, scritto poco prima dell’esecuzione.