Nunzio Incannamorte
Ufficiale di carriera, durante la seconda guerra mondiale Incannamorte aveva avuto modo di distinguersi, sia sul fronte francese sia nella campagna di Russia. Nel 1942 era stato trasferito a Roma, dove era in forza al 235° Reggimento della Divisione "Ariete", dislocata a difesa della Capitale. All'armistizio, al comando di una batteria semovente da 105/25, contribuì al tentativo di difesa di Roma, rispondendo con efficacia a ripetuti attacchi di paracadutisti tedeschi che per tutta la giornata del 9 settembre non riuscirono ad impossessarsi della sua posizione alla Stazione radio di Prato Smeraldo. Il giorno dopo i tedeschi, accerchiata la zona, tornarono all'attacco con artiglierie e mortai. Sotto il fuoco nemico, il capitano Incannamorte, nel tentativo di rompere l'accerchiamento, si riservava - com'è scritto nella motivazione della massima ricompensa al valore - "l'arduo compito di eliminare un pezzo anticarro che sbarrava la strada: tutto il busto fuori dal carro e la pistola in pugno, si avventava contro l'insidia nemica frantumandola in quel suo slancio travolgente. E mentre il successo coronava la sua audacia, una raffica di mitragliatrice lo colpiva in fronte. Prima di esalare l'ultimo respiro, trovava ancora la forza di incitare i suoi artiglieri a continuare la disperata lotta".