Emilio Lexert
Aveva iniziato il suo impegno politico nello stabilimento aostano della Cogne, dove lavorava, ed era presto entrato, in rappresentanza del PCI, nell'organizzazione regionale clandestina Jeune Vallée d'Aoste.Dopo l'armistizio, Lexert fu tra i primi valdostani a raggiungere le montagne, costituendovi un piccolo gruppo che, tra l'inverno del 1943 e la primavera del 1944, condusse a termine importanti azioni di guerriglia e di sabotaggio. I membri di quel gruppo, che si era anche impegnato molto per aiutare ex prigionieri alleati a passare in Svizzera, avrebbero poi assunto il comando delle formazioni partigiane, che sarebbero diventate sempre più numerose e dislocate strategicamente lungo tutta la vallata. Gli studiosi della Resistenza definiscono Lezert "un grande organizzatore", che accompagnò l'azione politica di Emilio Chanoux, consentendo la realizzazione in Valle d'Aosta dell'unità tra operai e intellettuali, fra comunisti e cattolici. La comunanza di intenti tra l'operaio comunista e l'intellettuale autonomista è stata tale che, spesso, i loro nomi sono citati insieme e non solo perché Chanoux e Lexert sono caduti a pochi giorni l'uno dall'altro. Sul finire dell'aprile del '44, l'operaio della Cogne stava studiando una condotta di una centrale elettrica per sabotarla, quando fu sorpreso dai fascisti. Era in compagnia di un partigiano sedicenne, Mario Minuzzo. Il ragazzo riuscì a salvarsi. Lexert cadde presso la centrale, colpito a morte. Da quel giorno la sua formazione partigiana, di stanza a Fénis, assunse il nome di 183a Brigata Garibaldi "Emilio Lexert".