Aldo Olivo
Subito dopo l'armistizio, il giovane contadino, con altri antifascisti del suo paese, s'impegnò per far sfuggire ai tedeschi i prigionieri di guerra angloamericani, evasi da un campo di concentramento nei pressi di Udine. Conoscitore dei luoghi, Olivo riuscì a guidarne molti, attraverso le colline del Friuli orientale, fino alle zone controllate dai partigiani sloveni. Successivamente il ragazzo, con altri compaesani, entrò nelle file del Battaglione "Mameli" che, con il "Mazzini", sarebbe poi diventato la Divisione d'assalto Garibaldi "Natisone". Aldo Olivo (Teddy il suo nome di battaglia) partecipò a tutti i combattimenti che videro il "Mameli" impegnato contro i tedeschi e i fascisti. Il ragazzo cadde, con altri dodici giovani compagni della sua squadra, in uno scontro con preponderanti forze nemiche presso Bukovo di Oreka, nella zona di Cerkno (Circhina), una località della Slovenia dove, sul finire del conflitto, la "Natisone" si era spostata. Il giorno dopo lo scontro nel quale erano caduti i tredici partigiani, il comando della Divisione ordinò un contrattacco che avrebbe definitivamente eliminato le infiltrazioni di reparti tedeschi nella zona libera di Circhina. I corpi dei tredici giovani, valorosi garibaldini friulani furono trovati, uno accanto all'altro, distesi sulla neve. Dopo la Liberazione, a Circhina le autorità jugoslave hanno fatto erigere un monumento, sul quale è scolpito il nome di "Teddy" e quello dei suoi compagni.