Luigi Rugi
Di madre croata e padre toscano, dopo essersi diplomato a Zara aveva frequentato l'Accademia militare aeronautica di Caserta. Ne era uscito col grado di sottotenente pilota ed era stato trasferito alla base aerea di Gorizia. Al momento dell'armistizio il giovane ufficiale, per non consegnarsi ai tedeschi, fuggì a bordo di un aereo-scuola, col quale riuscì ad atterrare in Croazia, in una zona controllata dai partigiani di Tito. Rugi si trasferì poi a Livno, dove si stava allestendo la prima base aerea partigiana, e divenne uno dei fondatori dell'aeronautica della Resistenza jugoslava. Con altri giovani, il sottotenente italiano riuscì, in circostanze drammatiche, a raggiungere la Puglia dove, a Carovigno, i piloti guidati da Rugi frequentarono corsi di addestramento che proseguirono poi in Libia, in una base aerea allestita dalla RAF a Benina. All'inizio del 1944 Rugi, pilotando uno dei sedici velivoli della Prima squadriglia dell'esercito popolare di liberazione jugoslavo, dalla Libia raggiunse l'isola di Lissa, da dove, per oltre un anno, partì per compiere le missioni dell'aeronautica partigiana in Jugoslavia. Per il suo coraggio, l'ufficiale italiano fu decorato personalmente da Tito. Partito per la sessantaduesima operazione di guerra in Bosnia proprio il giorno del suo ventiquattresimo compleanno, Luigi Rugi fu colpito dalla contraerea. Trasgredendo all'ordine di lanciarsi col paracadute dal velivolo in fiamme, il giovane riuscì a riportare l'aereo a Livno, ma l'apparecchio esplose appena toccata la pista. Sulla figura di Luigi Rugi, in occasione del sessantesimo della Liberazione, Giacomo Scotti ha pubblicato un libro dal titolo Il partigiano del cielo.Il volume reca una prefazione di Aldo Aniasi.