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Gli anni di Bulow/ Quelli di Bulow

"Gli anni di Bulow", di Cesare De Simone, Mursia 1996, pp.356
"Quelli di Bulow. Cronache della 28a Brigata Garibaldi", di Guido Nozzoli, Editori Riuniti, 2005, pp.263

“Tè tat’é da ciamé Bulow” (Tu ti devi chiamare Bulow). Quello che diventerà uno dei più leggendari nomi di battaglia della Resistenza fu “affibbiato” ad Arrigo Boldrini da un barbiere di Ravenna che si chiamava Michele Pascoli (autodidatta e studioso di storia napoleonica), vecchio antifascista che entrò anche lui nelle file partigiane e finì fucilato dai fascisti.
Gli Autori dei due libri qui proposti fanno ripercorrere, passo dopo passo, la storia della guerra di Liberazione, attraverso la figura del comandante “Bulow”, medaglia d’oro al valor militare della Resistenza e attraverso le cronache della 28a Brigata Garibaldi.
Nel 2005, nella prefazione al libro di Nozzoli, Arrigo Boldrini scrive che dalla prima edizione sono trascorsi quasi cinquant’anni e che forse Nozzoli fu il primo a raccontare quella fulgida ed eroica esperienza che il 4 dicembre del 1944 condusse i partigiani della 28a Brigata Garibaldi alla liberazione di Ravenna dalle truppe di occupazione nazifasciste. “Bulow”, inoltre, sottolinea che: “Da allora tutto o quasi tutto è stato scritto su quella vittoriosa operazione militare nota col nome di piano Bulow, sulle ragioni del successo di quest’esperienza partigiana in pianura, molto rara in Europa. Vincente perché profondamente legata e sostenuta da estesi settori popolari e fra questi dal ruolo dei contadini, degli operai, delle donne e poi di studenti e intellettuali, di famiglie di alcuni ceti urbani, di alcuni religiosi, di tanti ex-militari sopravvissuti alla tragica esperienza bellica”. Nel libro è dato rilievo  alla figura del mitico colonnello “Popski” (Wladimiro Peniakoff, nato in Belgio da genitori russi, laureato in Cambridge, artigliere dell’esercito francese durante la prima guerra mondiale, divenuto poi cittadino inglese e tenente colonnello dell’esercito britannico), comandante della PPA (Popski Private Army), un corpo scelto impiegato dall’8a Armata, in azioni ove il successo era affidato alla scaltrezza, alla rapidità, all’ardimento. “Popski”, che con i suoi giovani selezionatissimi aveva  già fatto “guerra corsara” nel Medio Oriente, in  Africa e un po’ dappertutto, inflisse alla Wehrmacht duri colpi.
Con riferimento agli uomini della 28a Brigata Garibaldi, insieme ai quali aveva compiuto varie operazioni, “Popski” li descrisse così: “Vivono in una macchia di canne fangose appena pochi centimetri sull’acqua, si muovono sempre sui barchini spinti con una pertica, seguendo canali invisibili. Ogni notte escono per fare incursioni contro i tedeschi… Prendono gli ordini, li eseguono con intelligenza,non la mettono giù dura per le perdite, non si allontanano mai dal loro posto e assumono di buon grado compiti pericolosi e faticosi…”.

Cesare De Simone ha lavorato a “l’Unità” (fino al 1973) e dal 1977 al “Corriere della Sera”. È autore di “Venti angeli sopra Roma” (i bombardamenti aerei sulla capitale) e “Roma città prigioniera” (una storia della Resistenza romana).

Guido Nozzoli (1918-2000), giornalista, scrittore, uomo politico. Nato a Rimini, fu comandante partigiano. Inviato speciale de “l’Unità” e del “Giorno” in Algeria e in Vietnam.