L’ultima lettera di Benito
Pasquale Chessa e Barbara Raggi, Oscar Mondadori, 2012, pp.226, euro 10,50
“Tanto per cominciare si chiama Clara – precisano gli Autori nella prefazione – non Claretta”. E “lei” si fa chiamare Clara. Mussolini, così, indirizza a Clara (Petacci) le lettere che le scrive durante i seicento giorni di Salò.
Tra il 10 ottobre 1943 e il 18 aprile 1945, le lettere sono 318 (conservate nell’Archivio centrale dello Stato). Dall’esame svolto da Chessa e Raggi emerge una corrispondenza personale, destinata a ricentrare le immagini storiche dei due personaggi e, nel contempo, a “rivedere” molti punti della storia della “repubblica di Mussolini”.
Chessa e Raggi rilevano che sul governo di Salò grava la pesante autorità dei plenipotenziari tedeschi e che il ruolo di Mussolini non è che uno “sbiadito simulacro” delle ormai svanite ambizioni del regime. Clara stessa viene a trovarsi sotto il “fuoco incrociato” di due “potentati” (il clan famigliare, da una parte, e il fascismo intransigente, dall’altra) fino a diventare bersaglio di tante trame e obiettivo di spie, di sicofanti e di traditori. Una interpretazione storiografica, dunque, fitta di colpi di scena, con inediti risvolti.
Durante i mesi tragici che scandiscono la guerra di Liberazione e l’inesorabile avanzata delle truppe alleate in Italia, si susseguono a Salò, da parte di Mussolini e della Petacci, progetti di fuga: si pensa all’Ungheria, poi alla Svizzera, infine alla Spagna (spunta persino l’ipotesi del Giappone).
Dalle lettere, per gli Autori, emergono due certezze: per Clara Petacci, Mussolini è un mito, quotidianamente rinnovato in un flusso inarrestabile di parole; per Mussolini, Clara è forse l’ultima risorsa esistenziale, mentre sente crollare il mondo intorno a sé.
In appendice, è ricordato che alle origini di questo libro c’è un opuscolo del 1946 dell’ispettore generale per gli archivi Emilio Re, a cui si deve l’acquisizione da parte dello Stato delle carte del fondo Petacci e che, nel 2010, è stato possibile studiarle in virtù di un decreto del Ministero dell’Interno, datato 16 marzo dello stesso anno.
Pasquale Chessa ha lavorato per “L’Espresso”, “l’Europeo”, “Epoca” e “Panorama”; ha scritto “Rosso e Nero” (1995), libro intervista con Renzo De Felice.
Barbara Raggi si occupa di storia dell’antisemitismo; ha collaborato con “il manifesto”, ora scrive per “la Repubblica”.