Bruno Buozzi
di Gabriele Mammarella, Ediesse, 2014, pp.350, euro 20,00
A settant’anni dalla morte, Mammarella ricostruisce la vicenda politica di una delle più importanti figure della storia italiana del Novecento. Ma non è una semplice biografia, perché nel volume compaiono documenti finora poco conosciuti e rivelatori di una storia con tante sorprese.
L’Autore ricostruisce così molti avvenimenti cruciali, sulla base di nuovi elementi. Tra i più interessanti, la complessa vicenda dell’eccidio de “La Storta” (Roma) del 4 giugno 1944.
In questo contesto risalta una storia sindacale e politica, quella di Bruno Buozzi, che è soprattutto storia dell’Italia.
Bruno Buozzi (1881-1944), operaio autodidatta riuscì in breve ad affermarsi come leader sindacale, diventando l’artefice di confronti dirompenti, come l’occupazione delle fabbriche. Respinse la violenza come mezzo di lotta e abbracciò l’idea riformista della gradualità delle conquiste sindacali (prima fra tutte la giornata lavorativa di otto ore).
Antifascista e avversario di ogni estremismo politico, socialdemocratico convinto che la democrazia dovesse essere in primo luogo nelle fabbriche.
Buozzi morì nel giugno del 1944, per mano dei nazifascisti.