Pagliarulo: "L'antifascismo assente dal discorso di Draghi. Ma servono provvedimenti urgenti"
“Nessuna polemica e, anzi, totale rispetto per il presidente Draghi e il neonato governo. Ma, dopo avere ascoltato il discorso del premier, non posso non rilevare l'assenza, nelle sue parole, del tema dell'antifascismo. Che è e deve essere una premessa costitutiva per la salvezza e il cambiamento del Paese. Lo dico anche alla luce dei fatti, gravi e preoccupanti, che ogni giorno ci riportano le cronache”. Il presidente nazionale dell'Anpi, Gianfranco Pagliarulo, usa toni morbidi per introdurre il discorso. Poi coglie l'occasione per fare una richiesta al nuovo esecutivo: “Agisca per rendere completamente antifascista lo Stato italiano. Ci sono questioni che richiedono provvedimenti urgenti”.
Quali questioni?
“L'odio razzista e neofascista in rete, le aggressioni fisiche e mediatiche. Il caso più recente sono gli insulti orribili a Liliana Segre. Preoccupano il fenomeno in crescita dello zoombombing (le incursioni in diretta durante eventi on line, ndr), le continue minacce ai giornalisti, soprattutto quelli in prima linea nel denunciare odio, razzismo e fascismo, e la propaganda portata avanti da formazioni violente. Poi ci sono le sempre più frequenti e inaccettabili manifestazioni e dichiarazioni nostalgiche da parte di politici, nazionali e locali: donne e uomini che siedono nelle istituzioni. In parlamento, nei consigli regionali e comunali. Penso ai saluti romani dei tre consiglieri a Cogoleto”
Che cosa si aspetta dal governo su questo?
“Che intervenga. In nome della Costituzione repubblicana antifascista e antirazzista. Sono temi che rientrano a pieno titolo nello “spirito repubblicano” di cui ha parlato Draghi. Però bisogna farceli entrare. Con azioni concrete. Aggiungo altro: nelle maglie delle liste elettorali passano cose inaudite, simboli e richiami fascisti. In Italia abbiamo una toponomastica imbarazzante, un florilegio di vie intitolate a persone legate al regime di Mussolini. Per non parlare dell'oggettistica”.
Perché, secondo lei, non c'è stato nemmeno un accenno nel discorso di insediamento del presidente del consiglio?
“Mi limito a constatare che non è emerso. Credo sarebbe stato opportuno. L'antifascismo non è una cosa che appartiene al passato: è una battaglia democratica quanto mai attuale e che deve essere condivisa. La prova di quanto sia necessaria ce l'abbiamo, purtroppo, in ciò che accade quotidianamente. Nel linguaggio d'odio che dilaga dentro e fuori la rete, nella discriminazione verso i più deboli, razzismo, derive fascistoidi, violenza, sessismo, antisemitismo”.
Se i governi non intervengono con determinazione forse è perché è mancata e continua a mancare la volontà politica. A prescindere dal colore degli esecutivi.
“In questi anni abbiamo visto diversi livelli di sensibilità. Se guardo all'oggi, nella maggioranza che sostiene l'attuale governo c'è un partito, la Lega, che fino a ieri si dichiarava sovranista. Che in più occasioni non ha preso fermamente le distanze da fatti gravi dove razzismo e fascismo hanno portato violenza e sangue – penso alla sparatoria di Macerata nel 2018. Che in questi anni ha strizzato l'occhio all'estrema destra e addirittura ci ha fatto alleanze: vedi i rapporti con CasaPound, da cui la Lega ha preso lo slogan ‘prima gli italiani' “.
La presenza della Lega nell'attuale governo la preoccupa?
“Un po' si. Ma stiamo a vedere. Vediamo se e a cosa porta questo giro di valzer a 180° deciso dai dirigenti leghisti. Penso che l'apparente cambio di linea sia nato su pressanti richieste degli imprenditori del nord stanchi della canea sovranista che metteva a rischio i rapporti con l'Europa, e dunque gli affari”.
L'altro partito sovranista, FdI, è rimasto all'opposizione.
“La Meloni si è dimostrata meno pasticciona di Salvini. Ma in FdI c'è un lungo filo nero che si manifesta da anni con attacchi all'Anpi e agli antifascisti. Noi siamo testimoni della Resistenza, della Liberazione e della memoria. Di chi ha dato la propria vita per liberare l'Italia dal nazifascismo. Forse a FdI questo non piace”.
Ha fiducia in un impegno del governo sulle questioni di cui abbiamo parlato?
“Lo auspico. Non conosco Draghi e non dubito sul suo antifascismo. È stato scelto da Mattarella, che su questo è una garanzia. Ricordo che il primo atto del Presidente della Repubblica appena eletto fu andare in visita alle Fosse Ardeatine. Ci avrebbe fatto piacere se lo avesse fatto anche il nuovo premier”.
a cura di Paolo Berizzi
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