"Incomprensibile e grave, signor Sindaco, non dare la parola all'ANPI nella ricorrenza della Liberazione"
Signor Sindaco,
per la prima volta nelle ricorrenze della giornata della liberazione di Firenze dall'occupazione tedesca, nessun rappresentante dell'ANPI, erede dei partigiani che combatterono per la cacciata dell'esercito nemico, lasciando sul terreno, secondo le cronache, 205 morti e 435 feriti, è stato invitato a prendere la parola in ricordo di quella giornata, che meritò alla città la prima medaglia d'oro della storia repubblicana da parte del capo del Governo Ferruccio Parri.
Riteniamo incomprensibile e grave tale scelta, in primo luogo verso le partigiane ed i partigiani che hanno combattuto per la città di Firenze. Ricordiamo che, come stabilito da una recente sentenza del Tribunale Militare di Verona l'ANPI “è storicamente l'erede, in forma statutariamente riconosciuta, di tutti quei gruppi e formazioni che dal 1942-'43 in avanti hanno costituito centro di riferimento collettivo di grandissima parte della popolazione italiana, che animata dal medesimo sentimento di restituire al Paese libertà e democrazia, ha agito nelle più avanzate forme, anche non necessariamente armate. Di quei gruppi e formazioni l'Associazione è l'erede spirituale, stante l'identità dei fini”.
Vogliamo comunque credere che si sia trattato solo di uno sfortunato episodio ed auspichiamo che i rapporti tra l'ANPI e l'Amministrazione Comunale possano rimanere all'interno del buon clima collaborativo su cui reciprocamente abbiamo sempre contato.
Il 12 agosto 2016,
La Segreteria ANPI Provinciale di Firenze.