Per le medaglie alla vittime delle foibe 20 anni di proroga: perché?
Apprendo che nel provvedimento definito “mille proroghe”, sarebbe stato inserito un emendamento che proroga, per ben venti anni, i termini per il conferimento di medaglie a vittime o parenti di vittime delle foibe del 1943 e del 1947. Non entro nel merito della proroga, per di più così lunga, che suscita a dir poco perplessità e interrogativi visto che il Governo, per bocca dell'allora sottosegretario Del Rio, si era impegnato a rivedere tutta la materia, per evitare e superare gli inconvenienti (dell'applicazione della legge) del passato.
Fra l'altro mi chiedo se e come sia stata chiarita la questione, scoppiata letteralmente qualche mese fa (caso Mori) sulle modalità di rilascio di queste medaglie. Allora si accertò che in qualche caso le medaglie erano state conferite perfino a repubblichini. Il caso Mori, alla lunga, è stato risolto - a quanto risulta – con la revoca; ma degli altri, sui quali c'era stato assicurato che sarebbe stata fatta un'approfondita verifica, non si è saputo più nulla. Ora, si vuole continuare a rilasciare medaglie, ma almeno si accerti, - prima - che la legge sia interpretata correttamente e che esse vadano esclusivamente a coloro che ne hanno diritto. Se ci sono casi dubbi, si approfondisca la verifica prima di mettere, come è accaduto, la Presidenza della Repubblica e la Presidenza del Consiglio in una situazione imbarazzante e prima di suscitare l'indignazione in tutto il Paese.
Mi rivolgo non solo al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che – come ho detto - qualche mese fa diede ampie assicurazioni, ma anche alla Presidente della Regione Friuli, Serracchiani, che ha espresso soddisfazione per la proroga. Vorrei sottoporre alla loro attenzione, se valga la pena di andare avanti con le medaglie, raccomandando, in ogni caso di accertarsi che le modalità (di assegnazione) siano corrette e che certe medaglie non rappresentino un insulto anche per chi le ha meriate e le merita davvero, oltreché per la nostra sensibilità democratica.
Carlo Smuraglia, presidente nazionale Anpi