Anpi in lutto per la scomparsa di Franco Busetto
Anpi in lutto per la scomparsa di Franco Busetto, storico presidente dell’Anpi regionale del Veneto.
Questo il messaggio di cordoglio del Comitato nazionale, della Presidenza e la Segreteria nazionale Anpi.
"Per prima cosa desideriamo unirci al dolore dei familiari, dei compagni e degli amici per la scomparsa del nostro caro FRANCO BUSETTO, storico Presidente dell’Anpi regionale del Veneto.
Franco ha speso l’intera sua esistenza impegnandosi – con l’Anpi e per l’Anpi – per gli ideali che fondano la nostra convivenza civile. Libertà, democrazia, diritti non erano per lui parole astratte, ma punti di riferimento concreti e vivi che lo hanno guidato nei pensieri e nelle azioni: in tutti gli aspetti – politici, sociali, culturali – ai quali si è dedicato nel corso della sua lunga vita.
Una storia cominciata molti anni fa, quando studente di ingegneria all’Università di Padova – cresciuto come tanti altri della sua generazione nell’orizzonte totalizzante del regime e poi nella cupa atmosfera della guerra che trascinò l’Italia nella disfatta e nel disonore – per la fuoriuscita materiale e mentale dall’universo fascista scelse e intraprese il cammino indicato da studiosi e maestri come Concetto Marchesi, Eugenio Curiel, Norberto Bobbio e da intellettuali e artisti come il pittore Tono Zancanaro.
Sottotenente negli Alpini della Divisione “Julia”, Busetto entrò nella Resistenza subito all’indomani dell’8 settembre, come ufficiale di collegamento nel Comando Triveneto delle Brigate Garibaldi. Arrestato dalle SS nell’agosto del ’44, subì le torture dei nazifascisti e poi, passando dal campo di Bolzano, la deportazione nel lager di Mauthausen. Ricevuti gli stracci grigi e celesti, il triangolo rosso degli internati “politici” e il numero 11-39-22, anche lui dovette inerpicarsi su e giù per i 189 gradoni della morte di quell’inferno. Franco
ricordava spesso che per sopravvivere “bisognava parlare… di filosofia, di storia, di poesia: la ginnastica della mente era l’unica medicina contro la distruzione psichica”.
Si salvò e fu liberato. Partecipe del clima e del dibattito che condussero alla nascita della Repubblica, si è speso sempre con fervore e generosità per i valori e i princìpi sanciti nella Costituzione. Come parlamentare e come dirigente nazionale dell’Anpi – nel corso dei decenni del Novecento – ha affrontato i tanti momenti difficili del nostro Paese e della sua regione: nella battaglia di verità e giustizia per individuare colpe e responsabilità nella tragedia del Vajont, nell’impegno ad unire le forze sociali per sconfiggere il terrorismo, nel faticoso percorso di concordia coi familiari delle vittime della strage di Schio. Parlare ai giovani, ricordare ai giovani, dare fiducia ai giovani: era questo il suo imperativo negli ultimi anni. Andava nelle scuole e ripeteva agli studenti che democrazia e libertà non erano piovute dall’alto, ma erano il frutto della scelta spontanea e generosa di un’altra generazione di ragazzi come loro. Oggi – tutti assieme – noi vogliamo salutarti come se riascoltassimo ancora la tua voce, con le stesse tue parole.
Ciao Franco: “Viva l’Italia, viva la Resistenza, viva l’ANPI”.