Indignazione a Milano per un maxi raduno neonazista
Teste rasate, simboli SS e croci celtiche. Sabato 15 giugno sono giunti in centinaia provenienti da tutta Europa per aiutare "i camerati di Azione Skinhead". Un capannone a Rogoredo e una decina di band neonaziste, alcune internazionali, molto note negli ambienti dell’estrema destra per i loro inni alla violenza, al razzismo e alla xenofobia.
Milano, città medaglia d'oro della resistenza, insorge. Indignazione dell'Anpi. Il sindaco Pisapia: "La città non può accettare queste iniziative, ma ha deciso la questura".
La cronaca:
La protesta dell'Anpi.
"L'ANPI Provinciale di Milano esprime la sua profonda indignazione e condanna per il maxi raduno neonazista di gruppi provenienti da diverse regioni d'Italia e dall'Europa, organizzato per sabato 15 giugno a Milano". Inizia così un comunicato firmato da Roberto Cenati, presidente ANPI Provinciale di Milano.
"Ciò costituisce una grave provocazione ed offesa a Milano città Medaglia d'Oro della Resistenza per l'aperto richiamo al nazifascismo e per i contenuti razzisti e xenofobi espressi da questi gruppi, che si contrappongono radicalmente al nostro progetto di costruzione di una Europa unita negli ideali della pace, della tolleranza, della democrazia, della solidarietà".
"Mentre richiamiamo l'attenzione delle istituzioni e delle forze preposte alla difesa dell'ordine pubblico a vigilare per impedire che tali gravi provocazioni si svolgano a Milano capitale della Resistenza, chiamiamo i cittadini, i democratici e gli antifascisti alla massima vigilanza democratica".
Il sindaco
Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, era sceso in campo contro l'iniziativa: "Oggi si ripropone l'inaccettabile presenza di una manifestazione di chiaro stampo neonazista, fatto questa volta maggiormente grave e inquietante data la sua annunciata dimensione internazionale: Milano non può accettare che si svolgano né ora né in futuro iniziative che attingano al repertorio dell'intolleranza razziale e politica in qualsiasi forma esse si presentino", ha scritto sul profilo Facebook raccogliendo centinaia di 'mi piace'.
Replicando a diversi commenti che chiedevano un suo intervento per vietare il raduno dei naziskin, il sindaco cha spiegato che "le autorizzazioni o le azioni preventive sono per legge di competenza della questura e prefettura", rimarcando che "l'amministrazione non ha quindi potestà di intervento diretto, ma quanto riportato nello status è stato ribadito a tutti i livelli".
La prefettura
La prefettura, a sua volta, aveva fatto sapere sapere che il raduno "al momento non comporta un allarme di ordine pubblico". E dunque non lo si può vietare e neanche serve un'autorizzazione agli organizzatori. In pratica in questa fattispecie si è "fuori" dal meccanismo delle autorizzazioni. Mentre serve la dichiarazione in questura, nella quale si descrive esattamente cosa si intende fare e dove. "Non emerge un profilo di
ordine pubblico per vietare quella manifestazione".
Il Pd
Sulla vicenda intervento di Emanuele Fiano, presidente forum Sicurezza e difesa del Pd."Si stanno moltiplicando senza sosta eventi come questo. Lunedì depositerò un'interrogazione urgente per capire come mai vengano concessi i permessi per questo tipo d'iniziative".
Sel
E il leader di Sel, Nichi Vendola, via twitter aveva invitato a "non consentire un'offesa alla città di Milano con il raduno nazista: uno strappo ai principi della legalità democratica".
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