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"E quel giorno uccisero la felicità"

La Sezione ANPI Pietro Minetti "Mancini" di Acqui Terme,

insieme all'associazione Archicultura, organizza per

Sabato 10 giugno 2017 - ore 17:30

Acqui Terme, Palazzo Robellini (piazza Levi)

AFRICA ED EMIGRAZIONE

Conferenza di

SILVESTRO MONTANARO

giornalista d'inchiesta

proiezione del suo film-documentario su

THOMAS SANKARA,

politico e rivoluzionario del Burkina Faso, conosciuto come il “Che Guevara africano”,

“E QUEL GIORNO UCCISERO LA FELICITÀ”

Silvestro Montanaro ha iniziato la sua carriera giornalistica come corrispondente di Paese Sera e poi dell'Unità. In seguito ha lavorato per la Voce della Campania firmando delicatissime inchieste sui rapporti tra mafia, camorra, poteri politici ed economici. Nel 1989 firma dossier sull'immigrazione clandestina e fa da addetto stampa alla prima associazione di immigrati.

Lavora con Michele Santoro a Samarcanda, Il Rosso e il Nero e Tempo Reale, diventandone co-autore.

Alla fine di questa esperienza, approfondisce il suo interesse geopolitico sui paesi del Terzo Mondo, realizzando vari documentari d'inchiesta in Brasile e soprattutto in Africa.

È stato autore del programma “C'era una volta” in onda su Rai Tre e conduttore della trasmissione "Dagli Appennini alle Ande", prima ed ultima esperienza di racconto popolare dei grandi temi della geopolitica.

I suoi documentari hanno girato il mondo e accompagnato numerose campagne di verità e di difesa dei diritti umani, ricevendo sia in Italia che in tutto il mondo i piu' prestigiosi riconoscimenti.

Thomas Isidore Noël Sankara è stato un militare, politico e rivoluzionario burkinabè. È stato un leader molto carismatico e una speranza per tutta l'Africa Occidentale sub-sahariana. Cambiò il nome di Alto Volta in Burkina Faso, divenendone il primo presidente, e si impegnò molto per eliminare la povertà attraverso il taglio degli sprechi statali e la soppressione dei privilegi delle classi agiate. Finanziò un ampio sistema di riforme sociali incentrato sulla costruzione di scuole, ospedali e case per l'estremamente povera popolazione, oltre a un'importante lotta alla desertificazione con il piantamento di milioni di alberi nel Sahel.

Il suo rifiuto di pagare il debito pubblico di epoca coloniale, insieme al tentativo di rendere il Burkina autosufficiente e libero da importazioni forzate, attirò le antipatie di Stati Uniti d'America, Francia e Inghilterra, oltre che di numerosi paesi circostanti. Questo sfociò nel colpo di Stato del 15 ottobre 1987, in cui all'età di 38 anni il giovane capitano Sankara fu assassinato dal proprio vice, con la complicità dei suddetti stati. Celebre soprattutto per il suo discorso all'Organizzazione dell'unità africana contro imperialismo e neocolonialismo e per essere stato il primo presidente africano a riconoscere l'AIDS come grave piaga sociale, lanciando un'efficace campagna di vaccinazione e prevenzione. Figura carismatica e iconica per milioni di africani, è comunemente indicato come "Il Che Guevara africano" o "Il presidente ribelle".