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"Libertà tra i Navigli"

Storie di partigiani, patrioti, deportati e oppositori politici del fascismo, percorsi della memoria, con luoghi che hanno ricoperto particolare significato storico durante gli anni della seconda guerra mondiale e della Resistenza. Libertà tra i Navigli – a cura del Coordinamento ANPI Zona 6 Milano – è un libro nato per divulgare i tratti salienti della attività legate alla Resistenza che si svolsero a Milano nei quartieri Barona, Giambellino, Lorenteggio e Porta Genova.

La presentazione si svolgerà giovedì 26 maggio, alle ore 21, alla Cooperativa Barona Ettore Satta – La Magolfa, via Modica 8, Milano. Salone primo piano.
ANPI Barona Milano con la partecipazione degli autori, del presidente provinciale ANPI Milano, Roberto Cenati, e del presidente del CDZ6 MI, Gabriele
Rabaiotti.
Conduce il Coordinatore ANPI Zona 6 Ivano Tajetti.
Partecipano i Sentinelli di Milano, con letture tratte dal libro.

“Libertà tra i Navigli è un omaggio alla memoria, un contributo prezioso in un'epoca in cui il ricordo diventa sempre più sfilacciato, tra testimoni diretti che muoiono, tentativi di negare il sacrificio di chi ha lottato contro la barbarie nazifascista e incapacità di molti di guardare al passato per capire il presente”, dichiara Ivano Tajetti, coordinatore ANPI Zona 6, che ha partecipato al libro con Giovanni Bisi, Ivano Casati, Silvia Congiu, Riccardo Croce, Davide Grassi e Giovanni Zucca.

Il libro è un viaggio tra storie e biografie tragiche ed eroiche: ci sono le vie, le piazze dove si contrastò il nazifascismo, le lapidi di chi è caduto - spesso in giovane età -, la descrizione delle battaglie, i ricordi di chi ha partecipato alla Resistenza, le fotografie dei protagonisti. Sono pagine scritte per ricordare chi si è sacrificato per consentirci oggi di essere persone libere. Perché, come diceva Sandro Pertini, “È meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature”.

Nella prefazione Roberto Cenati, presidente dell'ANPI Provinciale di Milano, scrive che dobbiamo “interrogarci su come noi abbiamo raccolto l'eredità spirituale che caduti e combattenti per la libertà ci hanno lasciato. A questa riflessione, a questo vero e proprio esame di coscienza ci invitava Piero Calamandrei nel discorso tenuto il 28 febbraio 1954 a Milano, al Teatro Lirico, quando osservava che la ricerca del significato della Resistenza voleva dire indagare dentro di noi per capire cosa è rimasto della Resistenza nelle nostre coscienze, che cosa ci sentiamo ancora capaci di trasmettere di quel tempo a coloro che verranno dopo di noi. Se veramente, da quel che di nuovo accadde allora nel mondo, qualcosa si è rinnovato dentro di noi e attorno di noi, oppure, se chiuso quel periodo tutto è ritornato e ritornerà come prima e rimarrà il rammarico avvilente di non essere degni di quel mondo”. E proprio oggi quel rammarico sembra essere un rischio concreto, mentre si assiste al degrado della vita pubblica e alla rinascita di ideologie che sembravano essere solo un triste ricordo del passato.

Cenati conclude la sua prefazione con una dichiarazione di Aldo Aniasi: “La Resistenza non è un pezzo di museo, non deve essere mummificata, appartiene alla nostra vita, deve essere un elemento dell'impegno civile di ogni giorno”. Anche questo libro, che racconta la libertà riconquistata tra i Navigli, non vuole quindi essere solo un ricordo di giorni lontani, ma un punto di partenza per riportare al centro della società quei valori, quelle speranze e quegli ideali che la lotta di Liberazione ha rappresentato.