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Giorno della Memoria a Vallerano

lunedì 27 gennaio 2014 - ore 17,30

Teatro comunale Francesco Orioli - Vallerano (Vt)

il Comune, in collaborazione con il Comitato provinciale Anpi Viterbo, organizza la proiezione de:

I VOLONTARI DEI LAGER

Militari italiani nei lager nazisti

di Giuliano Calisti

(dvdItalia_2011_53‘)

Testimonianze dirette di Gonsalvo Cruciani, Riccardo Marchese, Massimo Rendina, Carlo Sarti, Claudio Sommaruga e Maria Trionfi.

Consulenza storica di Marco Palmieri.

Intervengono:

Silvio ANTONINI, Presidente del Cp Anpi Viterbo

Giuliano CALISTI, Autore e Vicepresidente del Cp Anpi Viterbo

“Eravamo liberati da un maggiore canadese accolto, con grande stupore dei francesi, da un tricolore italiano che era stato ricucito nella notte; perché non cadesse in mano ai tedeschi, era stato tagliato a fette ed ogni ufficiale aveva una fetta: quando uno veniva trasferito passava la sua fetta, bianca, rossa o verde, a un altro” (Claudio Sommaruga, ex Internato militare italiano)

Begen-Belsen,Wirtzendorf, Schocken: nomi che ai più evocano la tragedia delle deportazioni della seconda guerra mondiale, ma pochi sanno che quelli furono anche i luoghi della sofferenza per i circa 650 mila, tra soldati ed ufficiali Italiani, che vennero deportati nei lager nazisti dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943, con lo sbando e lo “sfascio” del Regio Esercito.

Gli ufficiali passarono in prigionia, negli Oflag, due anni di privazioni e di stenti, mentre i soldati ed i sottufficiali, negli Stalag, vennero ridotti in schiavitù presso miniere e fabbriche del Reich tedesco. Morirono in migliaia a causa delle dure condizioni della prigionia o, peggio, furono fucilati dai nazisti, come nel caso dei generali italiani che, costretti a marce sfiancanti durante la ritirata tedesca, vennero uccisi dagli assassini delle SS a pochi giorni dalla fine della guerra. A tutti i militari italiani venne data l’opportunità di tornare in Italia arruolandosi nelle SS italiane o nelle milizie dello stato fantoccio della Repubblica di Salò: la quasi totalità rifiutò l’offerta preferendo la dura prigionia o la morte, piuttosto che tradire l’Italia aiutando la Germania. Mentre in Italia si costituiva il movimento di Resistenza armata ed organizzata, i nostri militari prigionieri (che Hitler definì “Internati militari italiani”), dicendo no al nazifascismo, iniziavano all’estero quella Resistenza non armata che portò al riscatto degli italiani, e che contribuì a far divenire l’Italia un paese nuovo ed antifascista. Grazie alle sei interviste e alle rare immagini contenute nel documentario, con la consulenza storica di Marco Palmieri, l’Anpi provinciale di Viterbo intende diffondere e conservare la memoria, totalmente oscurata nel dopoguerra, di chi visse prigioniero nel lager gli anni della Resistenza al nazifascismo e, in quella condizione, vi partecipò.

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