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Pagliarulo: "È il momento di unirsi contro queste destre estreme e ringhiose. Viva l'Italia antifascista!"

 

"C’è puzza di rancido in quello che succedendo. La violentissima aggressione avvenuta ieri alla Camera è la goccia che fa traboccare il vaso. Non si tratta solo di uno sfregio permanente alla più importante istituzione democratica. Si tratta dell’ingresso sulla scena delle istituzioni dell’uso della violenza a tre giorni dall’anniversario  dell’assassinio di Matteotti. Non si tratta solo di un’aggressione al deputato Leonardo Donno, a cui va tutta la nostra solidarietà. Si tratta di un’aggressione a tutta l’opposizione. Non si tratta solo di un fatto gravissimo e inedito. Si tratta di un precedente.
Vedete, in una settimana è successo di tutto. Qualche giorno fa le Poste italiane hanno emesso un francobollo in onore di Italo Foschi. Chi era costui? Era un fascistone, a capo dello squadrismo romano, tra gli organizzatori dell'assalto alla casa dell'ex-presidente del Consiglio Francesco Saverio Nitti. Non basta: Foschi scrisse ad Amerigo Dumini, il capo degli assassini di Giacomo Matteotti, queste parole: “Sei un eroe degno di tutta la nostra ammirazione”.
Il generale Vannacci ha trasformato i criminali della X Mas in una specie di icona permanente, di santino, subito seguito dal deputato leghista Domenico Furgiuele, che in Parlamento ha fatto il segno della Decima Mas.
Il portavoce del ministro Lollobrigida, per fortuna dimessosi, ha scritto nelle sue chat insulti razzisti, omaggi a terroristi fascisti, compiacimento per l’assoluzione di delinquenti, attacchi antisemiti e alla religione cattolica.
A Marcon, in provincia di Venezia, la consigliera comunale Margherita Lachin ha ovviamente definito la Costituzione come antifascista subendo insulti e volgarità da parte dei consiglieri di destra e sentendosi apostrofata e accusata dal presidente dell’assemblea, tale Thomas De Rossi.
Questa è l’Italia al tempo del governo Meloni, dell’autonomia differenziata, del premierato e della separazione delle carriere. Questa è l’Italia che contrastiamo e contrasteremo in tutte le forme legittime e pacifiche, contro ogni deriva autoritaria. Contro l’autonomia differenziata, contro il premierato, noi sosteniamo la centralità e la dignità del Parlamento della Repubblica, 102 anni dopo la minaccia di Mussolini di trasformarlo in un bivacco di manipoli.
Vedete, cari signori, voi siete al governo, ma siete una minoranza nel Paese, perché in realtà rappresentate un quarto degli aventi diritto al voto. Siete al governo per una legge elettorale clamorosamente sbagliata e per le divisioni delle forze democratiche. Qualcuno di voi crede che essere il governo voglia dire essere i padroni dell’Italia. Peccate di delirio di onnipotenza e ve ne accorgerete! Qualcuno di voi confonde autonomia con secessione, come recitava lo statuto originario della Lega. Ma vi ricordo che la fascia che portano tutti i sindaci del Paese non rappresenta Alberto da Giussano, ma il tricolore dell’Italia, l’Italia della pace e del lavoro disegnata da quella Costituzione che vi è così antipatica. Qualcuno di voi vuole l’elezione diretta del presidente del Consiglio che colpisce i poteri del Presidente della Repubblica.
Vedete, l’autonomia differenziata trasferisce al presidente della Regione tanti poteri del parlamento; il premierato riduce il parlamento a luogo di ratifica delle decisioni del Presidente del Consiglio. Così si distrugge la Repubblica democratica fondata sulla centralità del parlamento.
Non ci stiamo. È il momento di cambiare passo, di prendere atto dei pericoli che corre l’Italia voluta dai partigiani e dai costituenti, quella della libertà, dell’eguaglianza e della solidarietà, che sono negate dall’autonomia differenziata; è il momento di unirsi contro queste destre estreme e ringhiose, è il momento in cui associazioni laiche e religiose, partiti democratici, personalità, popolo, tutti coloro che vogliono l’Italia costituzionale, facciano tre cose: si uniscano, si uniscano e si uniscano per contrastare una deriva di intollerabile intolleranza, che può portare il nostro Paese alla rovina.
Patrioti? Patrioti erano i partigiani, quelli che hanno salvato l’Italia dalla catastrofe del nazifascismo, patrioti siamo noi, i figli e i nipoti dei partigiani, che difendiamo e vogliamo attuare la grande promessa della Costituzione, che vogliamo un Paese uno e indivisibile, più uguale, più giusto, più umano.
Viva l’Italia antifascista!"

 

Gianfranco Pagliarulo

Roma, Piazza Montecitorio, 13 giugno 2024