Una giornata con Esther Bejarano
Un'ospite davvero eccezionale
Esther Bejarano
la fisarmonicista dell'orchestra femminile di Auschwitz
sarà ospite del Centro per la pace, a Bolzano, per una intera giornata
sabato 22 febbraio 2014
Al mattino alle ore 10 nella sala di rappresentanza del Comune porterà la sua commovente e sconcertante testimonianza all'interno del convegno dedicato alla memoria di Josef Mayr-Nusser in un dialogo con la coordinatrice del Friedensfestival Berlin Ina Edelkraut dove verrà presentato in anteprima anche il nuovo libro di Francesco Comina
"L'uomo che disse no a Hiter" (il margine)
con interventi di Leopold Steurer, Paolo Valente, Albert Mayr e Luca Sticcotti.
Ci saranno anche alcuni intervalli in musica.
Alle 16,30 è prevista la proiezione del film al Centro giovanile di via Vintola
e la sera alle ore 20,30, sempre in via Vintola ci sarà il concerto della "Microphone Mafia".
Partecipa all'evento anche l'associazione "Arbeitsgemeinschaft der Jugendienste" insieme ai giovani del progetto "Pro memoria Auschwitz"
Esther Bejarano racconterà la storia memorabile dell'orchestra femminile diretta dalla nipote di Gustav Mahler, Alma Rosé, morta adc Auschwitz nell'autunno del 1944. Era una orchestra formata da quaranta musiciste preparatissime e di grande talento. I nazisti amavano la musica anche dentro l'inferno. Si sa che Josef Mengele adorava il pezzo di Schumann "DieTräumerei": "Un pezzo sublime - ripeteva spesso - che va subito al cuore". E Il capo delle SS Heinrich Himmler chiedeva sovente di poter ascoltare la musica della Mädchenorchester in Auschwitz perché dava tranquillità.
I racconti di Esther sono sconvolgenti. Ricorda che l'orchestra doveva suonare sul binario dei treni che portavano i condannati direttamente nelle camere a gas, oppure erano costrette a suonare le marce al mattino presto quando gli internati facevano l'appello per recarsi ai lavori forzati, oppure dovevano suonare la domenica nella cappella o nel blocco dove stavano le pazze, divenute tali dopo aver subito gli esperimenti del dottor Mengele e della sua equipe. Esther lascia l'orchestra alla fine del 1943. Viene trasferita a Ravensbrück dove sarà costretta a lavorare pe runo stabilimento della Siemens. Nell'aprile del '45 vive il dramma della Todesmarsch (marcia della morte) per liberare il campo. Viene salvata da un panzer americano. L'ultima scena, prima della liberazione, la vede suonare la fisarmonica nella piazza del paese mentre gli americani e i russi alzano i loro vessilli. Poi emigra in Palestina e torna nel Sessanta per fondare il comitato Auschwitz. Ma continuerà a cantare e a suonare, fino ad oggi.