Mario Pasi
"Fin dall'8 settembre impugnava valorosamente le armi contro l'invasore. Ricercato dalla polizia tedesca quale organizzatore della lotta di liberazione, si arruolava nelle formazioni partigiane della montagna di cui divenne animatore fecondo e combattente audace. Commissario di brigata e poi di Zona partigiana, valoroso fra i valorosi, sosteneva durissimi combattimenti infliggendo gravi perdite al nemico. Apostolo di bene e di carità, prodigava la sua opera di medico a lenire le sofferenze dei feriti, senza mai risparmiarsi nei pericoli e nei sacrifici. Catturato per delazione, affrontava e sosteneva con sereno stoicismo le sevizie che solo la più efferata crudeltà poteva immaginare. Bastonato a sangue, con le membra fracassate, trovava ancora la forza di porre fine al martirio tagliandosi le vene, ma il bieco nemico impediva che la morte lo strappasse alla sua sadica barbarie e poi lo finiva a colpi di bastone. Il suo cadavere, impiccato per estremo oltraggio, restò esposto per due giorni e, circondato dall'aureola del martirio, fu faro luminoso che additò ai superstiti la via da seguire per raggiungere la vittoria". Questa la motivazione della massima onorificenza al valor militare concessa alla memoria di Mario Pasi, che ha combattuto nel Veneto la sua battaglia per la libertà e la democrazia. Pasi aveva conseguito all'Università di Bologna, nel 1936, la laurea in medicina e chirurgia. L'anno dopo aveva frequentato a Firenze la Scuola di applicazione della Sanità militare e, posto in congedo, aveva cominciato ad esercitare la professione all'Ospedale Santa Chiara di Trento. Nel 1940 il richiamo alle armi e la mobilitazione sul Fronte occidentale e poi su quello greco-albanese. Collocato in congedo per ragioni di salute, il medico riprese il suo impegno al "S. Chiara" e in quel periodo conobbe Ines Pisoni, sua coetanea. Uniti anche dagli stessi ideali, i due giovani si separarono quando lui, comunista, entrò nella Resistenza spostandosi nel Bellunese per organizzarvi le prime formazioni partigiane, mentre Ines si impegnava contro i nazifascisti in Romagna, terra d'origine di Pasi. Molto apprezzato per le sue doti politiche e militari, "Montagna" (questo il nome di battaglia del giovane medico), divenne commissario di Brigata, poi di Divisione e infine di Zona, alternando l'attività di direzione politica a quella di medico. Quando i tedeschi catturarono "Montagna", rifiutarono ogni proposta di scambio e, dopo averlo ucciso ne impiccarono il cadavere in località Bosco delle Castagne. Dopo la Liberazione, una piazzetta nel centro storico di Trento è stata intitolata a Mario Pasi, mentre a Ravenna gli hanno dedicato una scuola.