Paolo Pannocchia
Antifascista, dirigente sindacale e politico, valoroso comandante partigiano, la sua scomparsa ha suscitato in tutto il Veneto, (dove è stato di esempio, avendo dedicato tutta la vita all’affermazione dei suoi ideali di giustizia e di pace), grande commozione e rimpianto.
All’annuncio dell’armistizio, che l’aveva colto a Torino, Pannocchia non ebbe esitazioni e, raggiunta la Toscana, era subito entrato in una delle prime formazioni partigiane che vi si andavano costituendo, diventandone il comandante.
La vicenda resistenziale di Pannocchia e quella degli anni del dopoguerra è ben raccontata nel libro a più mani, stampato nel 2003, che ha il titolo “Paolo Pannocchia: il partigiano, il politico, il democratico”. Vi si ricorda, tra l’altro che nel 1946, nel clima di rottura dell’unità nazionale di quei tempi, Paolo Pannocchia era stato arrestato e incarcerato per azioni compiute durante la Resistenza.
Pannocchia era stato nel dopoguerra a Padova segretario della CdL, dirigente del PCI, consigliere comunale. Negli “anni di piombo” fu uno degli animatori del locale “Comitato per la difesa della democrazia”.