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il 70° a Gallarate

L’Anpi di Gallarate, nell’ambito delle iniziative volte alle celebrazioni per il 70° anniversario della Liberazione, ha già promosso alcune iniziative andate in porto con successo, quali gli incontri emozionanti con protagonisti della Resistenza come Wanda Canna e Pippo Platinetti, svoltisi nei giorni addietro.

Ha patrocinato infine il Convegno “Bella Ciao! A settant’anni dalla Resistenza”, organizzato dalle Istituzioni scolastiche del territorio provinciale, tenutosi il 17 e 18 Aprile nel Teatro delle Arti di Gallarate, portando il saluto ed il contributo dell’Associazione affidato ad Antonio Pizzinato, pres. onor. Anpi Lombardia.

Avviandoci verso il 25 Aprile, l’Anpi di Gallarate esorta ed invita tutti i cittadini a partecipare alle manifestazioni ufficiali previste da un consolidato protocollo, con inizio alle ore 9.00 presso il Cimitero Maggiore, per poi proseguire in corteo fino a piazza Risorgimento e successivamente in L.go Camussi, ove si concluderà la giornata di Festa alla presenza delle Autorità cittadine con i discorsi del Sindaco e dell’Oratore ufficiale Sen. Giuseppe Gatti.

Domenica 26 Aprile, alle ore 21.00 nel Teatro del Popolo di Gallarate, l’Anpi organizza una rappresentazione teatrale dal titolo “E’ fiorita la primavera”, storie di resistenza di pianura.

Riteniamo particolarmente importante quest’anno la ricorrenza del 25 Aprile, a settant’anni dagli eventi che conquistarono la libertà perduta da oltre vent’anni di dominio fascista e dal giogo dell’oppressore nazista: e ci compiacciamo che la massima Istituzione dello Stato, il Parlamento in seduta comune, abbia voluto ospitare e festeggiare in una cerimonia toccante e partecipata i Partigiani sopravvissuti, ringraziandoli coralmente per il loro impegno di allora e di oggi.

Ricordiamo come, in un periodo fosco della nostra storia patria, uomini e donne, aggregazioni pur diverse tra loro, seppero mettere da parte le divergenze costruendo una unità di intenti che sfociò nella vittoriosa Lotta di Liberazione: cattolici, comunisti, socialisti, azionisti, repubblicani, monarchici seppero trovare la necessaria unità per battere il nemico comune rappresentato dal nazifascismo.

Siamo ben consci di come la vittoria non sarebbe stata possibile senza il concorso determinante degli Alleati: ai quali va il nostro riconoscimento, gratitudine e plauso.

Ma è altrettanto vero che decine di migliaia di Italiani non seppero rimanere inerti di fronte allo sfacelo imminente, e contribuirono con determinazione e sacrificio al raggiungimento degli obiettivi comuni che ci si era prefissi. In montagna, in pianura, in città, ognuno secondo adeguate strategie, i Partigiani operarono in condizioni di estrema difficoltà, ed innumerevoli furono coloro che in battaglia o assassinati dal regime, persero la vita, fedeli a un’idea, a una convinzione, a una fede religiosa. E la popolazione sorresse, nel maggior numero di casi, questa battaglia, supportandola logisticamente anch’essa a rischio della vita.

La Resistenza è stata tutto questo ed altro ancora: se non si può affermare che sia stata guerra di tutto il popolo, è certamente stata la guerra condotta dai suoi figli migliori, e da quei tanti cittadini che hanno contribuito in mille forme a farne una epopea, al di là delle mitizzazioni che a volte, e a sproposito, una certa storiografia banale e di parte tende a fare.

E’ certo che da essa nacque la Repubblica, segnando una dicotomia netta con il passato monarchico, e successivamente la Costituzione Italiana che rimane uno dei più fulgidi esempi di architettura giuridica illuminata e programmatica, con lo sguardo lungo sul futuro del Paese: una Costituzione moderna, proiettata alla conquista di sempre più avanzati traguardi negli interessi di tutto il Popolo sovrano.

Il 25 Aprile è dunque tutto questo, ed è la Festa degli Italiani, laici e credenti, all’insegna del dettato costituzionale che ne segna indelebilmente il suo carattere democratico ed antifascista: non è la festa dell’Anpi, ma di tutti i cittadini che si riconoscono nei valori che la Resistenza volle trasmettere e riversare nella legge fondamentale dello Stato.