Francesco Vannetti Donnini
Al comando di un reparto di reclute del Deposito di Roma del "Genova Cavalleria", era accorso a Porta San Paolo in appoggio dei "Lancieri di Montebello" che, con centinaia di patrioti romani, tentavano di contrastare la conquista della Capitale da parte delle truppe tedesche. Cadde combattendo valorosamente nel corso degli scontri che, come ha ricordato nel sessantesimo anniversario della battaglia il Presidente Carlo Azeglio Ciampi, costarono la vita a 414 militari e 156 civili. Al nome di Vannetti Donnini è stata intitolata a Roma una piazza.
Questa la motivazione della MdO alla memoria del capitano: " Ufficiale di indomito ardimento, combattente di Francia, Croazia e di Russia, dove già fu l'eroe di epici episodi. Fremente per le delineatesi sventure d'Italia, accoglieva con gioia il più volte sollecitato ordine di condurre i suoi dragoni di "Genova" al battesimo del fuoco in difesa della Capitale d'Italia. Instancabile, si portava sempre nella parte più delicata e più esposta del suo schieramento, tra i suoi plotoni appiedati, sanguinanti per le continue perdite, animando e attaccando decisamente e personalmente il nemico con bombe e mitraglia ovunque si avvicinasse. Incurante di sé e premuroso dei suoi, non esitava a sostituirsi ad un suo subalterno ferito nel momento e nel punto in cui più forte e decisivo era il fuoco avversario. Ferito gravemente da granata, disimpegnava imperiosamente quelli che erano accorsi a sorreggerlo per inviarli a prendere munizioni, e si trascinava ad un mitra per spararvi l'ultima cartuccia. Quindi, si ergeva in piedi con la pistola in pugno per affrontare il nemico che avanzava veloce. Colpito da una scarica sparatagli a bruciapelo al petto, si abbatteva al suolo, immolando nobilmente la vita".