Giuseppe Avolio
Aveva compiuto gli studi classici a Napoli. Di famiglia socialista, nel 1942 aveva iniziato la militanza nel movimento antifascista clandestino. Nell'agosto del 1943, chiamato alle armi, era stato mandato a Torino e qui, la sera stessa dell'8 settembre, era stato catturato dai tedeschi e deportato in Germania. Avolio rifiutò di aderire alla RSI e rimase prigioniero, sino a che non fu liberato dagli americani nel maggio del 1945. Mentre era ancora nel campo di Dusseldorf-Eller, fondò il giornale La libera uscita, destinato ai prigionieri italiani.
Tornato in Italia dalla prigionia, Avolio pubblica un foglio locale, L'eco afragolese e, dal 1948 al 1950, dirige l'edizione napoletana dell'Avanti! Passa poi all'attività sindacale e, dopo essere stato segretario della Camera del Lavoro di Salerno, alla fine del 1952 diventa, a Napoli, vice presidente dell'Associazione contadini del Mezzogiorno d'Italia. Nel 1955, è di nuovo vice presidente, ma dell'appena nata Alleanza Contadini. Nel 1958 il primo incarico parlamentare per Giuseppe Avolio, che è eletto deputato per il PSI. Nel 1963 è ancora rieletto per il Partito socialista e nel 1968 diventa deputato del PSIUP. Dal 1973 al 1977 Avolio è responsabile nazionale del PSI per la politica agraria. Si batte per la riorganizzazione delle organizzazioni agricole, con l'obiettivo dell'«unità nelle campagne», sino a che costituisce la Confederazione Italiana Coltivatori che presiederà sino al 1992 e, poi, quando l'organizzazione assumerà il nome di Confederazione Italiana Agricoltori, sino al 2000. In riconoscimento di quanto Avolio ha fatto per gli agricoltori italiani, nel 2001 gli è stato assegnato il premio "Nocciola d'oro". Autore di una saggio dal titolo Terra e libertà, nel 2004, per i suoi ottant'anni, la Confederazione gli ha organizzato grandi festeggiamenti.
Nel messaggio che il Presidente della Repubblica ha inviato alla famiglia di Avolio alla notizia della sua scomparsa, Giorgio Napolitano ha sottolineato che "...il suo contributo in difesa delle rivendicazioni dei lavoratori e dei produttori agricoli... resta legato alla storia dei decenni dell'Italia repubblicana.".