Domenico De Fini
Il suo nome è ricordato in una lapide apposta in via Ponale 66, sulla casa dove abitava a Milano, con quelli di altri martiri della zona dove sorgevano la Pirelli, la Falk e la Breda. Sovrasta l'elenco la scritta: "Nel sacrificio per la Patria/ li accomunò la morte". De Fini, che lavorava alla Pirelli, era passato alle dipendenze di un'azienda francese attiva in via Solari e, come tanti lavoratori del Nord Milano, aveva partecipato agli scioperi del marzo 1944. Arrestato dai tedeschi il 2 marzo, l'operaio era stato rinchiuso nel carcere di San Vittore e deportato alcuni giorni dopo con altri lavoratori. Il 13 marzo l'arrivo di De Fini nel campo di Mauthausen e la sua immatricolazione col numero 57580. Il 9 aprile il suo trasferimento nel lager di Ebensee, dove morirà di denutrizione e di stenti, quattro giorni dopo l'arrivo dei soldati alleati e la liberazione del campo. Domenico De Fini è stato tumulato ad Ebensee, nel cui cimitero sono state raccolte le salme di 1.179 prigionieri (552 i deportati italiani), morti in quel lager nei giorni della liberazione.