Mario Augusto Martini
Esponente del movimento cattolico sin da giovane, Mario Augusto Martini fu, nei primissimi anni del secolo scorso, presidente nazionale della FUCI. Fondatore della rivista Studiumed attivo nelle organizzazioni sindacali cattoliche, dopo la prima guerra mondiale costituì nel Mugello le prime Leghe bianche contadine. Eletto deputato, aderì all'Aventino dopo il delitto Matteotti, per poi tornare alla Camera a continuare dalla tribuna parlamentare la sua battaglia antifascista. Dopo le leggi eccezionali fasciste del 1926, Martini si dedicò alla professione forense. Radiato dall'albo dei procuratori legali per le sue idee, durante tutto il ventennio rifiutò di iscriversi alle organizzazioni fasciste. Nel 1942 entrò nel Comitato interpartitico di Firenze in rappresentanza dei cattolici. L'anno successivo, caduto Mussolini, collaborò con La Pira al periodico cattolico antifascista San Marco, in ciò spronato dal figlio Roberto che era diventato militante comunista e che si sarebbe distinto nella Resistenza. Dopo l'armistizio, l'avvocato Martini, con lo pseudonimo di Ingegner Onorati, fu attivo nel Comitato Toscano di Liberazione Nazionale e provvide alla riorganizzazione clandestina della Democrazia cristiana a Firenze. Quando la città fu liberata, Martini fu designato del CTLN membro della deputazione provinciale. Nell'immediato dopoguerra fu ambasciatore d'Italia in Brasile e poi consulente politico a Parigi per il trattato di pace. Rientrato a Firenze nel 1952, gli fu affidata la presidenza della Banca Toscana e della Casa editrice Le Monnier.