A Catanzaro l'Anpi fa Resistenza alla ‘ndrangheta
La lezione magistrale del professore Zagrelbeski all’apertura del nostro congresso, ben si adatta al Sud, dove però, oltre alle caste e al far parte dei giri che contano, bisogna aggiungerci il peso opprimente della mafia o ‘ndrangheta che dir si voglia, insomma della criminalità organizzata che rende il tessuto sociale debole, sfibrato pronto perciò a qualsiasi compromesso.
Un triste dato fornito dal procuratore capo Giuseppe Pignatone per l’inaugurazione dell’anno giudiziario ci consegna un 27% della popolazione coinvolta a vario titolo in attività illecite. Significa che in comunità di dieci, quindicimila abitanti vi sono sino a 400 affiliati alla ‘ndrangheta.
Fare fronte a questo degrado non è semplice. L’ANPI da sola non basta se non si sviluppa un movimento di massa per la rinascita, prima di tutto civile. Operiamo in un’area per dirla con una nota antropologa dove “ la cultura del clientelismo è giunta a configurarsi come una socializzazione di massa alla pratica dell’illegalità”.
So perfettamente che non tutto è così e che tali fenomeni degenerativi nella vita pubblica non riguardano più solo il Sud. Non per questo possiamo abbassare la guardia o permetterci sottovalutazioni. In questo contesto la politica viene fatta oggi solo da chi se lo può permettere e tanti giovani vivono una sorta di sudditanza verso il ceto politico in attesa che qualcuno di loro prima o poi venga cooptato nel giro.
In questa situazione non facile si è costituita l’ANPI di Catanzaro nel mese di giugno del 2010. Siamo una realtà riconosciuta ed apprezzata per le tantissime iniziative messe in campo, con una partecipazione di tanti giovani e giovanissimi, ragazze e ragazzi, che in qualche occasione, considerata la loro giovane età, abbiamo dovuto chiedere fossero accompagnati dai loro genitori.
Vogliamo essere una comunità di donne e uomini liberi di tutte le età che non intendono indietreggiare di un millimetro nella difesa della Costituzione, della moralità, della legalità, dell’etica. Questo vogliamo essere noi: l’ANPI che non si limita a contemplare il passato o rimpiangere i bei temi andati. Difendere la memoria e i valori della Resistenza e della lotta di liberazione è il nostro primo impegno. Proprio per questo vanno attualizzati per le tante Resistenze che dobbiamo combattere oggi. Con la forza dei nostri piccoli numeri ma con la speranza delle tante persone, donne e uomini, giovani e meno giovani, disposte a impegnarsi nell’ANPI lavoreremo perché non si avveri la preoccupazione di Corrado Alvaro quando scriveva che la “disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile”.
Da noi non c’è stata la Resistenza e la lotta di Liberazione. Oggi però c’è molto a cui resistere e tanto dal quale liberarsi. L’ANPI serve, mai come adesso, anche al Sud.
Mario Vallone
Presidente Comitato Provinciale Catanzaro, delegato al 15° congresso nazionale