L'Anpi non è "no Tav"
"ANPI e la Tav: nessuno pensi di tirarci per la giacchetta, non spetta alla nostra Associazione prendere posizione o esprimere giudizi di merito sull' opera. Raccomandare il dialogo e condannare la violenza, questo è il nostro compito. Il nostro dovere."
Questo in sintesi la posizione dell'Anpi espressa dal presidente nazionale, Carlo Smuraglia.
Che spiega: "Ancora una volta, c'è chi cerca di tirare per la giacca l'ANPI perché prenda una posizione "non ambigua" sulla vicenda della Tav, sul movimento no tav e sulla stessa democrazia. È curiosa, questa insistenza, quando si tratta di una materia su cui, in queste stesse colonne, ci siamo espressi in termini chiari e netti (ma forse anche qualcuno tra i nostri iscritti preferisce altre letture), che possono essere benissimo contestati, purché con argomenti seri e non contraddittori, sui quali si possa comunque discutere e confrontarsi".
Ricorda ancora Smuraglia: "Nel numero 26 delle news (quello della settimana scorsa), parlando degli insulti al dott. Caselli, che trovo - come tanti altri - ingiustificabili e inammissibili, ho scritto che "non spetta all'ANPI prendere posizione, tanto meno dare un giudizio sull'opera su cui si stanno verificando contrasti e opposizioni, (la Tav), e decidere se essa si debba fare o meno. E ho aggiunto che ciò che l'ANPI può e deve dire è che da un lato il metodo migliore per sciogliere nodi così complessi è sempre e comunque quello del dialogo e del confronto e dall'altro che in ogni caso la violenza va sempre respinta, in qualunque forma (verbale o fisica) essa sia espressa".
"Non riesco davvero a capire - sottolinea il presidente dell'Anpi - che cosa ci sia di ambiguo in queste proposizioni, che qualunque persona di buon senso dovrebbe condividere. Si riafferma infatti che non possiamo e non dobbiamo prendere posizione sul merito della questione; che si comprendono anche le ragioni di quelli che democraticamente si oppongono e protestano; si indica come fondamentale la strada del confronto e quindi anche dell'ascolto; si dice esplicitamente che ciò che non si deve accettare è, sostanzialmente, la violenza".
"Che altro? È vero che molti di quelli che ci accusano di ambiguità non hanno invece incertezze, tant'è che si schierano, si pronunciano, solidarizzano, si uniscono alla protesta, operano scelte, in alcuni casi si dichiarano, addirittura, organici ai movimenti no-tav, e vanno alle manifestazioni di protesta dei no-tav con le bandiere e gli striscioni dell'ANPI. Protestano contro le violenze della polizia, ma non prendono mai le distanze dalle violenze praticate da una parte dei movimenti, di cui si sentono "organici"; e magari si uniscono agli insulti o quanto meno li ignorano o non li considerano tali. Questa è addirittura una contraddizione, perché, in realtà, le scelte che si sostiene che l'ANPI non debba fare, loro le hanno già fatte, schierandosi nettamente anche sulle scelte di fondo".
"E' vero - aggiunge Smuraglia - che tutto questo viene fatto in nome della democrazia e della Costituzione, ma anche qui c'è un enorme equivoco. È certo che noi siamo sempre dalla parte dei diritti, ma con la nostra autonomia e le nostre posizioni, noi non possiamo né dobbiamo essere organici, con chicchessia. Per essere chiaro faccio anche un esempio: noi siamo vicini alle posizioni delle organizzazioni sindacali e in particolare della CGIL, simpatizziamo con le iniziative sindacali ed anche con quelle di singoli sindacati come la FIOM, ma non siamo mai "organici" con queste organizzazioni, anche quando abbiamo occasioni di collaborazione, conservando ognuno la propria identità e la propria autonomia".
"Questo - rileva ancora Smuraglia - dovrebbe essere chiaro a tutti, anche per operare delle scelte e sapere come regolarsi, assumendo posizioni non contraddittorie. Quando noi diciamo che prioritario e imprescindibile è sempre il dialogo, vogliamo dire che si può ben comprendere il diritto di sostenere le proprie ragioni da parte degli abitanti di un zona o degli interessati ad uno specifico problema, ma senza identificarsi con queste posizioni".
"E siamo convinti - rileva Smuraglia - che anche quando si esprime solidarietà, si deve sempre operare una netta distinzione tra coloro che vogliono esprimere la loro volontà liberamente e democraticamente, e coloro, invece, che si inseriscono nei movimenti e nelle azioni di protesta, con intenti del tutto diversi e magari con una certa inclinazione alla violenza. Insomma, l'ANPI deve essere sempre - l'ho detto più volte - se stessa . È un dato imprescindibile, che è stato definito con molta chiarezza e molta precisione nel Congresso nazionale dello scorso anno a Torino, con indicazioni e linee a cui tutti dovrebbero attenersi, anche nei singoli casi e nelle singole vicende. Altrimenti la nostra non sarebbe più un'Associazione ma diventerebbe un aggregato di persone, di soggetti che non si sa neppure bene perché stiano insieme".
"E' proprio quello che non vogliamo, invece, perché praticando la democrazia, difendendo e pretendendo che venga attuata la Costituzione, noi vogliamo farlo sempre nel modo che riteniamo giusto e corrispondente alla nostra tradizioni ed alla nostra identità, riservandoci il diritto di criticare le posizioni che non condividiamo, ma rispettandole e pretendendo a nostra volta di essere rispettati. Voglio concludere dicendo, a chi ci impartisce lezioni di democrazia e magari anche di Costituzione, che personalmente, la democrazia la sto frequentando da quando avevo vent'anni, cioè da molto tempo; e aggiungo che l'ANPI, che è un po' più giovane di me, ha avuto sempre comportamenti così inequivocabili, così precisi, così suoi da meritare anche confronti e discussioni, ma non lezioni".
"Su questo piano - insiste Smuraglia - devo ribadire ancora una volta che democrazia e Costituzione sono proprio alla base del nostro operato; lo sono state sempre e lo sono ancor di più da quando è iniziata la "nuova stagione", ma questo non significa mescolarsi con tutti e rinunciare alla nostra autonomia, diventare - insomma - un "movimento", in sé rispettabile, ma diverso dalla nostra tradizione e dalla concezione che abbiamo sempre avuto del "dover essere" dell'ANPI".