La Divisione Arezzo, schierata nella zona di Korça (Coriza) alla frontiera orientale dell'Albania, è a stretto contatto con il II reggimento Brandenburg. La Arezzo è la divisione italiana su cui vengono esercitate le maggiori minacce perché collabori con gli ex alleati. Ciononostante, la stragrande maggioranza dei suoi soldati e ufficiali si oppone a qualsiasi collaborazione. Fatti prigionieri i reparti del 343° reggimento di fanteria Forlì, i tedeschi chiedono agli ufficiali di convincere la truppa a continuare a combattere al fianco della Wehrmacht. Il tenente Salvatore Russo e altri si rifiutano e anzi incitano i propri uomini a respingere le proposte tedesche. Denunciati da un collaborazionista, circa venti militari (tra ufficiali, sottufficiali e truppa) sono fucilati tra il 17 e il 18 settembre 1943 e sepolti in una fossa comune fatta scavare dai soldati italiani (I. Insolvibile, Archiviazione “definitiva”. La sorte dei fascicoli esteri dopo il rinvenimento dell'armadio della vergogna, “Giornale di storia contemporanea”, XVIII (2 n.s.), 1, 2015). Il resto della divisione finisce in prigionia o si sbanda. Il 21 settembre 1943, nella stessa Coriza, viene fucilato anche l'aviatore Carlo Negri, costretto a un atterraggio forzato dalla contraerea tedesca mentre si trovava in missione. Lo stormo a cui apparteneva si era messo a disposizione del Regno del Sud ed era stato inquadrato nelle forze alleate; Negri era latore di un messaggio destinato a reparti italiani rimasti accerchiati dai tedeschi nella zona. (http://www.anpi.it/donne-e-uomini/carlo-negri/). A Negri sarà conferita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.