Umberto Felluga
Irredentista mazziniano, perseguitato dal governo austriaco, allo scoppio della Prima guerra mondiale fu arrestato a Trieste dalla polizia austro-ungarica. Condannato a dieci anni di carcere, Felluga conobbe i penitenziari di Lubiana, Marburg e Graz prima di essere internato nel campo di Wagna, dal quale, nel 1918, riuscì ad evadere. Non diversa sorte ebbe durante il fascismo: per le sue idee repubblicane fu prima licenziato dal modesto impiego comunale e poi deferito, era il 1928, al Tribunale speciale. Quei giudici lo assolsero per insufficienza di prove, ma nel 1932 Felluga fu di nuovo arrestato e imprigionato con una trentina di triestini aderenti al Movimento "Giustizia e Libertà". Dopo l'8 settembre 1943, Felluga fu tra i principali esponenti del Partito d'Azione, che rappresentò nel CLN triestino con Gabriele Foschiatti, che sostituì subito dopo il suo arresto. Catturato a sua volta dai nazisti il 5 settembre 1944, Felluga fu deportato un mese e mezzo dopo nel campo di sterminio di Dachau, dove morì di tifo poco prima Liberazione.