Leros è l'isola del Dodecaneso che resiste più a lungo agli attacchi tedeschi. All'8 settembre, è presidiata da circa 8.000 italiani appartenenti perlopiù alla Regia Marina – Leros è un'importante base per sommergibili – ma anche a un battaglione del 10° reggimento di fanteria della divisione Regina e ad alcuni reparti minori. Il comandante dell'isola è l'ammiraglio Luigi Mascherpa, che entro un paio di giorni dalla proclamazione dell'armistizio opta per la resistenza ai tedeschi e quindi accoglie favorevolmente l'intervento britannico sull'isola.
La resistenza di Leros comincia alla metà del settembre 1943 e si sviluppa soprattutto dopo la caduta dell'isola di Kos in mano tedesca (4 ottobre 1943). È dall'aeroporto di Kos, infatti, che i tedeschi bombardano Leros quasi ogni giorno fino allo sbarco sull'isola, che avviene il 12 novembre. Gli attacchi aerei ininterrotti, ai quali italiani e britannici hanno comunque resistito per due mesi, hanno distrutto le difese dell'isola, che cade in pochi giorni. Dopo la resa italo-britannica, i tedeschi – guidati, come a Kos, dal generale Friedrich Wilhelm Müller – puniscono la resistenza degli italiani, fucilando 12 ufficiali e un sottufficiale. Mascherpa, invece, è condotto in prigionia in Polonia e poi consegnato alla RSI, che lo processa e lo fucila, il 24 maggio 1944, a Parma.