Contrariamente a ciò che comunemente si pensa, non spetta al Tribunale speciale per la difesa dello stato la condanna al confino degli oppositori politici. Tale tipo di provvedimento è di competenza della magistratura ordinaria che, riunita dal 1926 in apposite commissioni provinciali composte dal prefetto, dal procuratore regio, dal questore, dal comandante dei carabinieri e da un ufficiale della milizia, deliberano l'allontanamento e l'assegnazione al domicilio coatto di coloro che ritengono pericolosi per l'ordine pubblico, sia dal punto di vista della delinquenza comune, sia dal punto di vista politico
Durante il regime fascista vengono condannati al confino, dopo un periodo più o meno lungo di carcere, i più importanti intellettuali e politici antifascisti, che sono inviati in luoghi periferici – si tratta perlopiù di isole o piccoli paesi delle aree più interne del Meridione – e distanti da quelli di origine, in modo da creare una separazione materiale e psicologica tra tali oppositori e il resto del paese. Divengono così familiari all'opinione pubblica nomi di luoghi come Pantelleria, Ustica, Ventotene, Tremiti, Ponza, mentre meno noti restano i toponimi del vasto e sottosviluppato entroterra meridionale.
Dal 1931 i confinati sono sottoposti all'obbligo del lavoro; devono inoltre rispettare alcuni orari per l'uscita e il rientro dall'abitazione in cui vivono; non possono frequentare esercizi pubblici o luoghi di ritrovo. A tali restrizioni si aggiungono condizioni di vita piuttosto precarie.
Vittime del confino sono anche gli oppositori politici dei territori coloniali e, in particolare dopo l'introduzione della legislazione razziale (1938), gli omosessuali, che si tende a emarginare socialmente pur evitando la persecuzione diretta, che metterebbe in risalto, in un'Italia fascista che si vuole virile, l'esistenza di una scandalosa “devianza”.
Complessivamente, gli inviati al confino tra 1926 e 1943 sono 12.330; 177 confinati politici antifascisti moriranno durante il periodo di isolamento.
(Informazioni e dati tratti da G. De Luna, Tribunale speciale per la difesa dello stato, e M. Franzinelli, Confino di polizia, in Dizionario del fascismo, a cura di V. de Grazia-S. Luzzatto, Torino, Einaudi, 2003).